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EY WAVESPACE

Data Centers of the future are here

Un viaggio nella Sustainable business transformation
23/2/2023
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Il network degli EY wavespacecentri d’innovazione interattivi e specializzati in nuove tecnologie, che condividono tra loro metodologia e piattaforme – non solo è in continua espansione (sono 49 a livello globale) ma si trasforma costantemente per intercettare il cambiamento e accompagnare brand, aziende e leader in efficaci percorsi di trasformazione di business.

In Italia, il lancio dell’EY wavespace è avvenuto a Milano nel 2018 ed è proseguito nel 2020 con la realizzazione del lab di Roma, entrambi progettati da DEGW, Brand di Lombardini22. Ancora DEGW è stata incaricata della trasformazione dell’EY wavespace milanese, che rivoluziona il proprio concept capitalizzando l’esperienza romana – focalizzata sulle neuroscienze applicate – e integrando le trasformazioni avvenute negli ultimi anni e la nuova visione del mondo espressa dalla Gen Z.

Con l’obiettivo di rendere l’esperienza più proficua e coinvolgente, il nuovo hub milanese è un luogo di riflessione e connessione dal forte impatto scenografico, integrato nell’edificio di Via Meravigli in cui ha sede EY e prevalentemente dedicato alla collaborazione con clienti, colleghi e brand. Uno spazio dedicato all’innovazione che pone l’uomo al centro dell’esperienza, con particolare attenzione alla prossemica, adottando gli elementi della natura a supporto delle relazioni umane.

Il concept: terra, acqua, aria, fuoco

Situato al quarto piano della sede EY di via Meravigli a Milano, l’EY wavespace è uno spazio laboratorio di circa 800 metri quadri articolato in due grandi macroaree, Meaning Lab e Significance Lab, a loro volta suddivise in diverse stazioni esperienziali che formano un percorso, o meglio un viaggio, di natura trasformativa.

Tutto il concept – sviluppato da EY e progettato architettonicamente da DEGW – si basa sui quattro elementi naturali – terra, acqua, aria e fuoco – cui sono associati i diversi ambienti principali connessi in sequenza tra loro attraverso specifiche aree di transizione. Un viaggio che ha inizio nell’ambito dell’area Meaning Lab, che comprende gli spazi “The Cave” e “The Wave” (rispettivamente associati agli elementi terra e acqua) alternati con gli spazi di transizione “The Waterfall” e “The Mirror”. Quest’ultimo spazio fa da cerniera con l’area successiva, il Significance Lab, che inizia con “The Flame” (spazio collegato al fuoco), prosegue con l’area di transizione “The Breath” e termina con il grande ambiente “The Cloud” (collegato all’aria) dove il percorso si conclude.

Una sequenza di ambienti interconnessi dalla studiata sceneggiatura, dove le attività e le atmosfere, le compressioni e le dilatazioni dello spazio, le qualità percettive dei materiali e dell’illuminazione concorrono a formare una sorta di teatro di ricerca centrato sulle persone (progettato con il supporto dell’ExperienceLab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato, non a caso, con le maestranze del Teatro alla Scala): persone qui chiamate ad attivarsi tra archetipi e tecnologie abilitanti, e a progettare esperienze al servizio di processi di trasformazione di business sostenibili.

The Meaning Lab: da una caverna a un’onda, attraverso una cascata

The Cave, per iniziare: una caverna di pietra. È questo il primo ambiente dell’EY wavespace.

Associato all’elemento terra, vuole trasmettere protezione, intimità, familiarità.

Uno spazio immersivo di circa 100 mq in cui porsi e condividere domande a partire da contenuti veicolati da schermi e monitor interattivi, legati alla crescita sostenibile dei business. Un luogo di osservazione sagomato in forme morbide e avvolgenti rivestite in agglomerato di sabbia e resina a produrre un effetto roccioso, come il canyon di Petra, punteggiato da macchie di vegetazione. Una tenda oscurante ne circonda il perimetro e lascia all’illuminazione diffusa dall’alto il compito di modellare in chiaroscuro le pareti: un antro “antico”, radicale, e allo stesso tempo proiettato nel futuro.

The Waterfall è una soglia, l’immagine-movimento di una cascata d’acqua su un fondale a fili retroproiettabile, una superficie che si attraversa per contatto e che richiede un’interazione corporea.

Idealmente è un’emersione dall’intimità riflessiva della caverna e un’immersione nello spazio successivo, dall’equilibrio più disteso: The Wave.

Spazio di riflessione, distensione, equilibrio, The Wave è un’area dedicata all’elemento acqua di circa 140 mq. La sua atmosfera è liquida, grazie alle rifrazioni luminose delle superfici riflettenti a soffitto che creano delle caustiche, a elementi di vegetazione subacquea, a un arredo che, tra pouf e pedane in pietra alleggerite, scandisce irregolarmente lo spazio come un fondale mutevole e riconfigurabile che permette diverse modalità di aggregazione. Qui prende forma una prima elaborazione dei contenuti emersi in forma condivisa e laboratoriale.

Attraverso lo specchio

Al termine di The Wave, un percorso tra totem specchianti a diverse altezze caratterizza The Mirror, uno spazio più compresso di 25 mq ma “aumentato” da una serie di parallelepipedi riflettenti, da terra e a soffitto come stalattiti e stalagmiti, che moltiplicano le superfici e il verde circostante. Schermi digitali nascosti dietro gli specchi e proiezioni di immagini delle aree precedenti connotano di un forte senso di profondità, semantica e percettiva, questo passaggio che conclude l’area Meaning Lab e immette nella macroarea successiva dell’EY wavespace: The Significance Lab.

The Significance Lab: da un braciere a una nuvola, passando per una foresta

È il confronto, la discussione, la condivisione delle idee che informano il primo ambiente del Significance Lab: The Flame, spazio associato all’elemento fuoco, quindi all’energia e, a livello spaziale, al raccogliersi intorno a un focolare come forma archetipica dello scambio comunitario. La sua superficie di 105 mq prevede attività suddivise in gruppi di confronto, tavoli di lavoro più ristretti, riflessioni individuali, rese possibili da sottospazi delimitati dinamicamente da partizioni sinuose in tessuto. Cuore di The Flame è il Braciere, un tavolo circolare con base di pietra e piano di ferro calamina, a ricordare la fucina di Efesto, con “fiamma” centrale (animata da LED dinamici), intorno al quale approfondire temi di ricerca in forma di dialogo, racconto, collaborazione, interazione face-to-face, secondo l’idea evocativa del radunarsi attorno a un falò.

L’ultima transizione, tra il fuoco e l’aria, è affidata a un’altra compressione spaziale: The Breath.

Un tunnel prospettico di superfici vegetali (in muschio stabilizzato) e di portali di luce. Dotato di schermi stretch a parete, è un passaggio interattivo che funge anche da vetrina delle ultime soluzioni plug-and-play.

Attraverso di esso, si accede all’ultimo, più grande spazio dell’EY wavespace: The Cloud.

Associato all’elemento aria, The Cloud si presenta con una grande nuvola leggera, fatta di sagome ovoidali in policarbonato sospese e mobili a soffitto, che filtra gli impianti a vista coprendo tutti i 280 mq della sua superficie. Colonne rivestite di verde stabilizzato separano le due navate che compongono lo spazio permettendo flessibilità di configurazioni: grandi tavoli da lavoro, conferenze, eventi di varia tipologia accompagnati da un grande ledwall. The Cloud è il luogo della crescita, del concretizzarsi dei progetti di trasformazione e della proiezione verso l’esterno.

Un viaggio fantastico?

Da una caverna a un’onda, da una fiamma a una nuvola, il nuovo EY wavespace di Milano sembra mettere in scena un viaggio fantastico: in realtà un percorso del tutto reale che, programmaticamente, dal “meaning” – cioè dal valore simbolico dei singoli elementi in gioco in un processo di trasformazione di business – arriva al “significance” – ovvero alla valutazione della portata complessiva di quel processo e alla sua rilevanza – fino a proiettarsi in effettiva progettualità. Un viaggio che in tutte le sue fasi, decostruttive e ricostruttive, è supportato da un energico, scenografico e abilitante spazio architettonico.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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February 23, 2023
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Il network degli EY wavespacecentri d’innovazione interattivi e specializzati in nuove tecnologie, che condividono tra loro metodologia e piattaforme – non solo è in continua espansione (sono 49 a livello globale) ma si trasforma costantemente per intercettare il cambiamento e accompagnare brand, aziende e leader in efficaci percorsi di trasformazione di business.

In Italia, il lancio dell’EY wavespace è avvenuto a Milano nel 2018 ed è proseguito nel 2020 con la realizzazione del lab di Roma, entrambi progettati da DEGW, Brand di Lombardini22. Ancora DEGW è stata incaricata della trasformazione dell’EY wavespace milanese, che rivoluziona il proprio concept capitalizzando l’esperienza romana – focalizzata sulle neuroscienze applicate – e integrando le trasformazioni avvenute negli ultimi anni e la nuova visione del mondo espressa dalla Gen Z.

Con l’obiettivo di rendere l’esperienza più proficua e coinvolgente, il nuovo hub milanese è un luogo di riflessione e connessione dal forte impatto scenografico, integrato nell’edificio di Via Meravigli in cui ha sede EY e prevalentemente dedicato alla collaborazione con clienti, colleghi e brand. Uno spazio dedicato all’innovazione che pone l’uomo al centro dell’esperienza, con particolare attenzione alla prossemica, adottando gli elementi della natura a supporto delle relazioni umane.

Il concept: terra, acqua, aria, fuoco

Situato al quarto piano della sede EY di via Meravigli a Milano, l’EY wavespace è uno spazio laboratorio di circa 800 metri quadri articolato in due grandi macroaree, Meaning Lab e Significance Lab, a loro volta suddivise in diverse stazioni esperienziali che formano un percorso, o meglio un viaggio, di natura trasformativa.

Tutto il concept – sviluppato da EY e progettato architettonicamente da DEGW – si basa sui quattro elementi naturali – terra, acqua, aria e fuoco – cui sono associati i diversi ambienti principali connessi in sequenza tra loro attraverso specifiche aree di transizione. Un viaggio che ha inizio nell’ambito dell’area Meaning Lab, che comprende gli spazi “The Cave” e “The Wave” (rispettivamente associati agli elementi terra e acqua) alternati con gli spazi di transizione “The Waterfall” e “The Mirror”. Quest’ultimo spazio fa da cerniera con l’area successiva, il Significance Lab, che inizia con “The Flame” (spazio collegato al fuoco), prosegue con l’area di transizione “The Breath” e termina con il grande ambiente “The Cloud” (collegato all’aria) dove il percorso si conclude.

Una sequenza di ambienti interconnessi dalla studiata sceneggiatura, dove le attività e le atmosfere, le compressioni e le dilatazioni dello spazio, le qualità percettive dei materiali e dell’illuminazione concorrono a formare una sorta di teatro di ricerca centrato sulle persone (progettato con il supporto dell’ExperienceLab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato, non a caso, con le maestranze del Teatro alla Scala): persone qui chiamate ad attivarsi tra archetipi e tecnologie abilitanti, e a progettare esperienze al servizio di processi di trasformazione di business sostenibili.

The Meaning Lab: da una caverna a un’onda, attraverso una cascata

The Cave, per iniziare: una caverna di pietra. È questo il primo ambiente dell’EY wavespace.

Associato all’elemento terra, vuole trasmettere protezione, intimità, familiarità.

Uno spazio immersivo di circa 100 mq in cui porsi e condividere domande a partire da contenuti veicolati da schermi e monitor interattivi, legati alla crescita sostenibile dei business. Un luogo di osservazione sagomato in forme morbide e avvolgenti rivestite in agglomerato di sabbia e resina a produrre un effetto roccioso, come il canyon di Petra, punteggiato da macchie di vegetazione. Una tenda oscurante ne circonda il perimetro e lascia all’illuminazione diffusa dall’alto il compito di modellare in chiaroscuro le pareti: un antro “antico”, radicale, e allo stesso tempo proiettato nel futuro.

The Waterfall è una soglia, l’immagine-movimento di una cascata d’acqua su un fondale a fili retroproiettabile, una superficie che si attraversa per contatto e che richiede un’interazione corporea.

Idealmente è un’emersione dall’intimità riflessiva della caverna e un’immersione nello spazio successivo, dall’equilibrio più disteso: The Wave.

Spazio di riflessione, distensione, equilibrio, The Wave è un’area dedicata all’elemento acqua di circa 140 mq. La sua atmosfera è liquida, grazie alle rifrazioni luminose delle superfici riflettenti a soffitto che creano delle caustiche, a elementi di vegetazione subacquea, a un arredo che, tra pouf e pedane in pietra alleggerite, scandisce irregolarmente lo spazio come un fondale mutevole e riconfigurabile che permette diverse modalità di aggregazione. Qui prende forma una prima elaborazione dei contenuti emersi in forma condivisa e laboratoriale.

Attraverso lo specchio

Al termine di The Wave, un percorso tra totem specchianti a diverse altezze caratterizza The Mirror, uno spazio più compresso di 25 mq ma “aumentato” da una serie di parallelepipedi riflettenti, da terra e a soffitto come stalattiti e stalagmiti, che moltiplicano le superfici e il verde circostante. Schermi digitali nascosti dietro gli specchi e proiezioni di immagini delle aree precedenti connotano di un forte senso di profondità, semantica e percettiva, questo passaggio che conclude l’area Meaning Lab e immette nella macroarea successiva dell’EY wavespace: The Significance Lab.

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February 23, 2023
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