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Il legame tra architettura ed emozioni

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La ricerca NuArch su Scientific Reports
20/10/2022
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Un grande traguardo: pubblicato in agosto su Scientific Reports il paper sui risultati raggiunti da NuArch, il progetto di ricerca di Lombardini22 e l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Parma che indaga la relazione tra lo stato emotivo delle persone e gli spazi architettonici.

Il paper Measuring arousal and valence generated by the dynamic experience of architectural forms in virtual environments è disponibile
qui.

Sul prestigioso Scientific Reports, rivista divulgata da Springer Nature, in agosto è stato pubblicato il paper che illustra i risultati del progetto di ricerca NuArch, frutto della collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR.

Per Lombardini22 si tratta di un grande traguardo, il riconoscimento del rigoroso approccio scientifico che caratterizza lo studio in corso della relazione tra architettura e neuroscienza.

Dal 2014 Lombardini22 studia il tema delle neuroscienze applicate al campo dell’architettura con l’obiettivo di riportare l’uomo al centro del progetto architettonico. A questo percorso, sostenuto con passione da Franco Guidi, amministratore delegato di Lombardini22, si sono aggiunte negli anni molteplici iniziative, come l’investimento nella ricerca e nella didattica con partner di altissimo livello, in primis l’Istituto di Neuroscienze del CNR (Parma) e l’Università La Cattolica del Sacro Cuore.

Cofinanziata da Lombardini22, la ricerca NuArch pubblicata su Scientific Reports indaga dal 2019 gli aspetti più complessi della relazione tra forma dello spazio e rappresentazioni cerebrali corporee e affettive. Le conoscenze acquisite verranno utilizzate per una progettazione più consapevole e attenta agli effetti che gli spazi avranno sugli utenti che andranno ad abitarli.

I ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze del CNR (Parma) hanno condotto una serie di esperimenti registrando le reazioni neurofisiologiche scaturite durante una camminata virtuale in diversi spazi architettonici. A questo scopo sono stati generati 54 ambienti virtuali caratterizzati da variazioni della distanza tra le pareti laterali, dell’altezza delle finestre e del soffitto e del colore dell’ambiente. Per studiare l’impatto emotivo delle varie caratteristiche architettoniche, in una prima fase, sono stati misurati il grado di piacevolezza/sgradevolezza percepito (valence) e l’intensità di attivazione fisiologica (arousal) attraverso test comportamentali. I risultati ottenuti dimostrano, per esempio, come opposte esperienze in spazi dinamici, nei quali si percepiscono soffitti e pareti progressivamente ridurre o estendere la distanza reciproca modifichino lo stato emotivo delle persone, attivandolo o rilassandolo. Le conclusioni di questa ricerca costituiscono le basi per ulteriori esperimenti sugli effetti dell’esperienza architettonica dal punto di vista comportamentale e psicofisiologico.

Al progetto ha collaborato DDLab, il team dedicato al digital di Lombardini22, che ha creato l’ambiente di ricerca in realtà virtuale, uno strumento flessibile in grado di proporre diverse configurazioni architettoniche.

Giovanni Vecchiato, Paolo Presti e Giacomo Rizzolatti ci hanno spiegato genesi, evoluzione e prospettive della ricerca.

Cosa ne pensate dei risultati finora raggiunti?

Giacomo Rizzolatti: Con lo studio pubblicato su Scientific Reports dimostriamo che l’esperienza dinamica di forme architettoniche influenza lo stato emotivo delle persone, misurato con giudizi di piacevolezza e arousal. Tuttavia la ricerca nell’ambito dei rapporti tra architettura e neuroscienze è ancora a uno stadio iniziale. Possiamo dire che nell’esperienza dinamica dello spazio la forma influenza gli stati mentali delle persone maggiormente che il colore. È interessante notare che differenze di colore non hanno restituito variazioni significative delle stesse componenti emotive.

Come diffondere la cultura di progetto orientata alle attese delle persone?

Giovanni Vecchiato: Auspichiamo che questa ricerca possa essere d’aiuto per la progettazione di una architettura che vada incontro ai bisogni dei fruitori. Da neuroscienziati il nostro compito è quello di fornire evidenze neurali che mettono in luce conoscenze sulla percezione dello spazio architettonico acquisite nel corso della storia per via empirica da studiosi della materia.

La ricerca continuerà? Se sì, quali saranno i prossimi passi?

Paolo Presti: Abbiamo dati elettroencefalografici che in via preliminare ci descrivono in che modo la percezione dinamica dell’architettura influenza l’attività corticale dell’uomo durante l’osservazione di espressioni corporee. La ricerca sta continuando allargandosi agli aspetti neurofisiologici legati alla percezione dello spazio architettonico. Questo è un primo passo per dimostrare come l’architettura moduli le relazioni sociali. Successive indagini investigheranno l’attivazione cerebrale mediante tecniche di neuroimmagini per osservare anche le attivazioni dei centri sottocorticali noti essere coinvolti nel processamento delle emozioni.

Questo esperimento è stato realizzato mediante realtà virtuale, strumento che ci permette di misurare in maniera ecologica e controllata l’esperienza dinamica delle persone all’interno di spazi con diverse caratteristiche architettoniche.

NuArch nasce dalla collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR: in Italia quanto è importante per la ricerca scientifica il supporto del privato?

Giovanni Vecchiato: Senza il contributo di Lombardini22 non sarebbe stato possibile divulgare in congressi scientifici internazionali i risultati ottenuti e pubblicarli su riviste di alto profilo. Recentemente Paolo Presti ha ricevuto il premio “Giovani Ricercatori” al XXX Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicofisiologia e Neuroscienze Cognitive presentando i risultati del progetto NuArch. Inoltre, il contributo che la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR ha ricevuto da parte di Lombardini22 ha permesso di finanziare una borsa di dottorato che è stata fondamentale per poter sviluppare il progetto NuArch.

Qual è il contributo che queste ricerche possono portare alla disciplina architettonica, al progetto dei nostri ambienti di vita?

Davide Ruzzon: I due scenari nei quali alla fine sono stati raccolte le risposte encefaliche dei partecipanti - uno che si distende, l’altro che si espande verso l’alto - sono costruzioni geometriche che ci dicono che la forma non può essere scelta a caso. La forma deve essere una risposta ad un’ esigenza, ad una attesa emotiva delle persone, ed ogni attesa ha una sua geometria che deve essere studiata. Se la forma non risponde a quella che le persone cercano non si crea benessere, bensì disagio. Con questo esperimento abbiamo iniziato a capire la direzione da seguire.  
Franco Guidi: Siamo fieri di collaborare con istituiti di ricerca prestigiosi e di investire nella ricerca scientifica per capire come migliorare, con la progettazione, il benessere psicofisiologico delle persone. Capire gli effetti sulle emozioni, la percezione e la psicologia dei futuri abitanti degli spazi progettati da Lombardini22, è l’obiettivo che ci siamo dati e questi risultati confermano l’importanza di questo ambito di ricerca.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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Il legame tra architettura ed emozioni

Un grande traguardo: pubblicato in agosto su Scientific Reports il paper sui risultati raggiunti da NuArch, il progetto di ricerca di Lombardini22 e l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Parma che indaga la relazione tra lo stato emotivo delle persone e gli spazi architettonici.

Il paper Measuring arousal and valence generated by the dynamic experience of architectural forms in virtual environments è disponibile
qui.

Sul prestigioso Scientific Reports, rivista divulgata da Springer Nature, in agosto è stato pubblicato il paper che illustra i risultati del progetto di ricerca NuArch, frutto della collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR.

Per Lombardini22 si tratta di un grande traguardo, il riconoscimento del rigoroso approccio scientifico che caratterizza lo studio in corso della relazione tra architettura e neuroscienza.

Dal 2014 Lombardini22 studia il tema delle neuroscienze applicate al campo dell’architettura con l’obiettivo di riportare l’uomo al centro del progetto architettonico. A questo percorso, sostenuto con passione da Franco Guidi, amministratore delegato di Lombardini22, si sono aggiunte negli anni molteplici iniziative, come l’investimento nella ricerca e nella didattica con partner di altissimo livello, in primis l’Istituto di Neuroscienze del CNR (Parma) e l’Università La Cattolica del Sacro Cuore.

Cofinanziata da Lombardini22, la ricerca NuArch pubblicata su Scientific Reports indaga dal 2019 gli aspetti più complessi della relazione tra forma dello spazio e rappresentazioni cerebrali corporee e affettive. Le conoscenze acquisite verranno utilizzate per una progettazione più consapevole e attenta agli effetti che gli spazi avranno sugli utenti che andranno ad abitarli.

I ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze del CNR (Parma) hanno condotto una serie di esperimenti registrando le reazioni neurofisiologiche scaturite durante una camminata virtuale in diversi spazi architettonici. A questo scopo sono stati generati 54 ambienti virtuali caratterizzati da variazioni della distanza tra le pareti laterali, dell’altezza delle finestre e del soffitto e del colore dell’ambiente. Per studiare l’impatto emotivo delle varie caratteristiche architettoniche, in una prima fase, sono stati misurati il grado di piacevolezza/sgradevolezza percepito (valence) e l’intensità di attivazione fisiologica (arousal) attraverso test comportamentali. I risultati ottenuti dimostrano, per esempio, come opposte esperienze in spazi dinamici, nei quali si percepiscono soffitti e pareti progressivamente ridurre o estendere la distanza reciproca modifichino lo stato emotivo delle persone, attivandolo o rilassandolo. Le conclusioni di questa ricerca costituiscono le basi per ulteriori esperimenti sugli effetti dell’esperienza architettonica dal punto di vista comportamentale e psicofisiologico.

Al progetto ha collaborato DDLab, il team dedicato al digital di Lombardini22, che ha creato l’ambiente di ricerca in realtà virtuale, uno strumento flessibile in grado di proporre diverse configurazioni architettoniche.

Giovanni Vecchiato, Paolo Presti e Giacomo Rizzolatti ci hanno spiegato genesi, evoluzione e prospettive della ricerca.

Cosa ne pensate dei risultati finora raggiunti?

Giacomo Rizzolatti: Con lo studio pubblicato su Scientific Reports dimostriamo che l’esperienza dinamica di forme architettoniche influenza lo stato emotivo delle persone, misurato con giudizi di piacevolezza e arousal. Tuttavia la ricerca nell’ambito dei rapporti tra architettura e neuroscienze è ancora a uno stadio iniziale. Possiamo dire che nell’esperienza dinamica dello spazio la forma influenza gli stati mentali delle persone maggiormente che il colore. È interessante notare che differenze di colore non hanno restituito variazioni significative delle stesse componenti emotive.

Come diffondere la cultura di progetto orientata alle attese delle persone?

Giovanni Vecchiato: Auspichiamo che questa ricerca possa essere d’aiuto per la progettazione di una architettura che vada incontro ai bisogni dei fruitori. Da neuroscienziati il nostro compito è quello di fornire evidenze neurali che mettono in luce conoscenze sulla percezione dello spazio architettonico acquisite nel corso della storia per via empirica da studiosi della materia.

La ricerca continuerà? Se sì, quali saranno i prossimi passi?

Paolo Presti: Abbiamo dati elettroencefalografici che in via preliminare ci descrivono in che modo la percezione dinamica dell’architettura influenza l’attività corticale dell’uomo durante l’osservazione di espressioni corporee. La ricerca sta continuando allargandosi agli aspetti neurofisiologici legati alla percezione dello spazio architettonico. Questo è un primo passo per dimostrare come l’architettura moduli le relazioni sociali. Successive indagini investigheranno l’attivazione cerebrale mediante tecniche di neuroimmagini per osservare anche le attivazioni dei centri sottocorticali noti essere coinvolti nel processamento delle emozioni.

Questo esperimento è stato realizzato mediante realtà virtuale, strumento che ci permette di misurare in maniera ecologica e controllata l’esperienza dinamica delle persone all’interno di spazi con diverse caratteristiche architettoniche.

NuArch nasce dalla collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR: in Italia quanto è importante per la ricerca scientifica il supporto del privato?

Giovanni Vecchiato: Senza il contributo di Lombardini22 non sarebbe stato possibile divulgare in congressi scientifici internazionali i risultati ottenuti e pubblicarli su riviste di alto profilo. Recentemente Paolo Presti ha ricevuto il premio “Giovani Ricercatori” al XXX Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicofisiologia e Neuroscienze Cognitive presentando i risultati del progetto NuArch. Inoltre, il contributo che la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR ha ricevuto da parte di Lombardini22 ha permesso di finanziare una borsa di dottorato che è stata fondamentale per poter sviluppare il progetto NuArch.

Qual è il contributo che queste ricerche possono portare alla disciplina architettonica, al progetto dei nostri ambienti di vita?

Davide Ruzzon: I due scenari nei quali alla fine sono stati raccolte le risposte encefaliche dei partecipanti - uno che si distende, l’altro che si espande verso l’alto - sono costruzioni geometriche che ci dicono che la forma non può essere scelta a caso. La forma deve essere una risposta ad un’ esigenza, ad una attesa emotiva delle persone, ed ogni attesa ha una sua geometria che deve essere studiata. Se la forma non risponde a quella che le persone cercano non si crea benessere, bensì disagio. Con questo esperimento abbiamo iniziato a capire la direzione da seguire.  
Franco Guidi: Siamo fieri di collaborare con istituiti di ricerca prestigiosi e di investire nella ricerca scientifica per capire come migliorare, con la progettazione, il benessere psicofisiologico delle persone. Capire gli effetti sulle emozioni, la percezione e la psicologia dei futuri abitanti degli spazi progettati da Lombardini22, è l’obiettivo che ci siamo dati e questi risultati confermano l’importanza di questo ambito di ricerca.
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