AI: Acceleratore di Idee
Data Centers of the future are here

Nel corso di pochi anni, l’intelligenza artificiale ha smesso di essere una promessa lontana, diventando sempre più parte dei processi di creazione umana.
Un cambio di rotta particolarmente incisivo è avvenuto in ambito lavorativo: secondo l'ultimo AI Index Report dell’Università di Stanford, infatti, oggi il 78% delle aziende impiega strumenti di AI generativa in almeno una funzione — un dato che solo nel 2023 si attestava al 33%.
La crescita vertiginosa dell’AI è segno inequivocabile di un’epoca che corre veloce verso nuove forme di pensiero.
Ma, al di là dei numeri, restano tanti interrogativi da affrontare. Primo fra tutti: che cosa accade quando la creatività umana incontra l’intelligenza artificiale?
Creatività artificiale o intelligenza creativa?
Per quanto vivace sia il dibattito pubblico sull’AI, ciò che resta fuori da ogni dubbio è il suo essere, di fatto, artificiale. Essa non crea dal nulla: elabora predizioni sulla base dell’enorme mole di dati su cui è stata allenata. L’AI simula il funzionamento umano, lo imita, ma non lo supera.
Si aprono quindi prospettive inedite, proprio in virtù del fatto che è l’essere umano a dare forma e senso al Nuovo. L’AI, in questo senso, spalanca la porta dell’opportunità, oggi più preziosa che mai, di rimetterci in discussione in quanto esseri umani – dare a noi stessi l’opportunità di crescere.
Come esploratori di nuove terre, torniamo alla nostra natura più autentica: quella che da sempre ci spinge a tentare, sbagliare, scoprire.
E proprio come bambini che alzano la mano per chiedere aiuto all’insegnante, il nuovo assetto collaborativo con l’AI ci consente di imparare nuovamente che cosa voglia dire “intelligenza”: non solo saper fare, ma anche saper chiedere, interpretare, affidarsi.
Il (di)segno dei tempi
Il design è per sua natura una disciplina che si presta a riflettere su se stessa, alimentata da una spinta adattiva che è l’essenza stessa della sua bellezza e continua attualità.
Il design si reinventa ogni volta che cambia il mondo. Basta osservare la silhouette di una sedia o il motivo di una carta da parati per leggere i desideri, i sogni, i timori di un’epoca.
Possiamo affermare quindi che il design funge da simbolo: una cometa di Halley la cui funzione, estetica ed energia dirompente superano i confini dell’immaginazione.
E oggi?
Per continuare a rappresentare il presente, il design deve creare un dialogo con l’intelligenza artificiale, sfruttandone le capacità generative per dare vita a ciò che finora era considerato inimmaginabile.
Una rara opportunità per espandere le potenzialità del design e diventare noi stessi “generativi”. In uno slancio che può aiutarci a ridefinire la Bellezza, non più come giudizio estetico, ma come atto puro di creazione.
Creativity for the sake of creativity: che nel design significa creatività per amore della creatività, della funzionalità, della bellezza e della sospensione del tempo.
Affascinati dalle potenzialità dell’AI di supportare il pensiero e di potenziarne i risultati, abbiamo definito un nostro modo di implementare queste nuove tecnologie nel design di prodotto.
Un metodo che unisce discipline e avvicina mondi per guardare oltre, sperimentare con l’ignoto e sfruttare ciò che di più umano esiste – la nostra sensibilità.
Partendo da una presa di coscienza: l’AI può creare qualcosa di bello, ma non è in grado di riconoscere la Bellezza. L’animo umano sì.
È l’essenza della poiesi, termine di derivazione greca che in filosofia indica il “fare” creativo che anima lo spirito umano.
Pensare come un corallo
Da questi presupposti è nato Coral Dome, un microspazio che racconta l’incontro tra naturale e artificiale, tra artigianalità e tecnologia nell’ambito dell’ospitalità di lusso.
Un rifugio ispirato agli ambienti marini, alle grotte costiere modellate dalle onde, agli intrecci vivi e mutevoli delle barriere coralline. Coral Dome cresce a partire da un nucleo, moltiplicandosi poi in configurazioni sempre diverse.
Tutte le suggestioni offerte dall’universo subacqueo – pattern modulari, texture materiche, colori e giochi di luce – sono state sintetizzate e rielaborate tramite l’AI generativa.
Il processo si è articolato come un dialogo continuo. La tecnologia ha generato una varietà di soluzioni visuali, ma è stata poi la sensibilità umana a trasformare il caos fertile dell’AI in sintesi, raffinando l’immaginario e controllando in maniera matematica la forma del progetto.
Tramite algoritmi generativi elaborati ad-hoc, le geometrie sono state poi trasformate in un sistema modulare di quattro elementi semiaperti, costituiti da lastre sovrapposte che evocano la stratificazione delle rocce.
Coral Dome è il risultato di un processo progettuale che fonde natura, tecnica, AI e computational design. È un rifugio modulare e una creazione che non è soltanto oggetto, ma metodo. Anticipazione di un futuro dove la tecnologia espande i confini della creatività umana.
Come un corallo, anche l’intelligenza artificiale, da sola, non vive.
È nell’incontro con l’umano e le sue idee che essa moltiplica, espande e genera coralità creativa.
DI OGNUNO
Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.
Scopri l'Universal Design nell'ospitalità
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