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Mission Critical Building

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Prevenzione e messa in sicurezza
18/4/2018
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Nella sicurezza delle “Mission Critical Facilities” un ruolo determinante è svolto dalla scelta del sito in fase di pianificazione.

Il fattore principale per la scelta del sito segue logiche proprie dello specifico mercato di riferimento: piani strategici aziendali, bacino d’utenza, scelte politiche, costi energetici, ecc.
Alcuni fattori di rischio, però, dipendono direttamente dalla collocazione dell’edificio e potrebbero non essere poi mitigabili con le soluzioni tecniche di progetto.

La pianificazione di un progetto Mission Critical dovrebbe prevedere, quindi, un’attenta due diligence preliminare. È ovviamente una buona pratica per tutti i progetti, ma che nel contesto Mission Critical assume un valore strategico ancora maggiore. L’analisi non dovrà solo verificare la fattibilità dell’intervento, ma dovrà interessare gli eventuali rischi che potrebbero poi ridurre la capacità di svolgere le funzioni critiche secondo i livelli di servizio (SLA) richiesti.

Alcuni tra i principali fattori di rischio da considerare:

a. Urbanistica: non solo per verificare la fattibilità dell’intervento, ma anche per valutare il potenziale sviluppo futuro delle aree circostanti e i relativi rischi indotti, anche se oggi non visibili;

b. Classificazione sismica e idrogeologica;

c. Potenziali fonti di inquinamento ambientale;

d. Distanza dalle reti infrastrutturali (autostrade, ferrovie, aeroporti, energia, connettività):

La piena e continua disponibilità di infrastrutture di supporto è un fattore determinante per il successo di un progetto mission critical. L’analisi del rischio potrebbe interessare non solo il sito di costruzione, ma anche le zone attraversate dalle infrastrutture di collegamento. Ad esempio, ha poco senso realizzare un progetto strategico in una zona a basso rischio idrogeologico, se le strade di collegamento attraversano aree potenzialmente soggette a esondazioni, rendendo il sito irraggiungibile in condizioni d’emergenza.

Al tempo stesso, va ricordato che la vicinanza alle infrastrutture costituisce un fattore di rischio per gli edifici Mission Critical, sia per la possibilità di incidenti, sia perché sono esse stesse possibili obiettivi sensibili.

Nel caso di interventi su edifici esistenti, è fondamentale svolgere un’analisi di vulnerabilità, che può riguardare, con approcci diversi, sia l’edificio, sia i servizi e le funzioni ospitate.

Rientra tra queste valutazioni l’analisi di vulnerabilità statica, tesa a verificare la capacità dell’edificio di rispondere alle sollecitazioni strutturali (es. carichi di progetto, vento, sisma).

L’analisi di vulnerabilità di sistemi e impianti è invece indirizzata all’individuazione dei single point of failure (SPOF), ovvero quelle singole componenti, il cui malfunzionamento provocherebbe disfunzioni nell’intero sistema. La soluzione degli SPOF, mediante l’introduzione di sistemi ridondati, è l’obiettivo principale di un intervento di mitigazione su edifici esistenti.

Il progetto di messa in sicurezza di sistemi critici attivi, si deve confrontare necessariamente con il vincolo di non interrompere l’operatività del sito. Il progetto dovrà definire già in fase preliminare le modalità operative di intervento, attraverso Method Statement dettagliati che consentano di valutare i rischi di interruzione del servizio e di organizzare le conseguenti azioni di mitigazione.

 

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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April 18, 2018
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Nella sicurezza delle “Mission Critical Facilities” un ruolo determinante è svolto dalla scelta del sito in fase di pianificazione.

Il fattore principale per la scelta del sito segue logiche proprie dello specifico mercato di riferimento: piani strategici aziendali, bacino d’utenza, scelte politiche, costi energetici, ecc.
Alcuni fattori di rischio, però, dipendono direttamente dalla collocazione dell’edificio e potrebbero non essere poi mitigabili con le soluzioni tecniche di progetto.

La pianificazione di un progetto Mission Critical dovrebbe prevedere, quindi, un’attenta due diligence preliminare. È ovviamente una buona pratica per tutti i progetti, ma che nel contesto Mission Critical assume un valore strategico ancora maggiore. L’analisi non dovrà solo verificare la fattibilità dell’intervento, ma dovrà interessare gli eventuali rischi che potrebbero poi ridurre la capacità di svolgere le funzioni critiche secondo i livelli di servizio (SLA) richiesti.

Alcuni tra i principali fattori di rischio da considerare:

a. Urbanistica: non solo per verificare la fattibilità dell’intervento, ma anche per valutare il potenziale sviluppo futuro delle aree circostanti e i relativi rischi indotti, anche se oggi non visibili;

b. Classificazione sismica e idrogeologica;

c. Potenziali fonti di inquinamento ambientale;

d. Distanza dalle reti infrastrutturali (autostrade, ferrovie, aeroporti, energia, connettività):

La piena e continua disponibilità di infrastrutture di supporto è un fattore determinante per il successo di un progetto mission critical. L’analisi del rischio potrebbe interessare non solo il sito di costruzione, ma anche le zone attraversate dalle infrastrutture di collegamento. Ad esempio, ha poco senso realizzare un progetto strategico in una zona a basso rischio idrogeologico, se le strade di collegamento attraversano aree potenzialmente soggette a esondazioni, rendendo il sito irraggiungibile in condizioni d’emergenza.

Al tempo stesso, va ricordato che la vicinanza alle infrastrutture costituisce un fattore di rischio per gli edifici Mission Critical, sia per la possibilità di incidenti, sia perché sono esse stesse possibili obiettivi sensibili.

Nel caso di interventi su edifici esistenti, è fondamentale svolgere un’analisi di vulnerabilità, che può riguardare, con approcci diversi, sia l’edificio, sia i servizi e le funzioni ospitate.

Rientra tra queste valutazioni l’analisi di vulnerabilità statica, tesa a verificare la capacità dell’edificio di rispondere alle sollecitazioni strutturali (es. carichi di progetto, vento, sisma).

L’analisi di vulnerabilità di sistemi e impianti è invece indirizzata all’individuazione dei single point of failure (SPOF), ovvero quelle singole componenti, il cui malfunzionamento provocherebbe disfunzioni nell’intero sistema. La soluzione degli SPOF, mediante l’introduzione di sistemi ridondati, è l’obiettivo principale di un intervento di mitigazione su edifici esistenti.

Il progetto di messa in sicurezza di sistemi critici attivi, si deve confrontare necessariamente con il vincolo di non interrompere l’operatività del sito. Il progetto dovrà definire già in fase preliminare le modalità operative di intervento, attraverso Method Statement dettagliati che consentano di valutare i rischi di interruzione del servizio e di organizzare le conseguenti azioni di mitigazione.

 

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April 18, 2018
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