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Lo spazio delle relazioni

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Codificare gli altri e lo spazio architettonico
14/11/2023
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L’abbiamo sempre intuito, ora lo sappiamo. L’esperienza dinamica dello spazio fisico influenza i meccanismi cerebrali che sono alla base della comprensione delle espressioni corporee degli altri: è il risultato dello studio dell’Istituto di neuroscienze del Cnr-In (Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto di Neuroscienze, sede di Parma) in collaborazione con Lombardini22.

Quante volte abbiamo detto “la prima impressione è quella che conta”? Siamo convinti che la prima sensazione sia affidabile e quasi rivelatrice della persona che abbiamo di fronte. E se la nostra prima impressione non fosse solo frutto del nostro intuito, ma fosse invece influenzata dallo spazio in cui siamo immersi?

Le sperimentazioni svolte dal Cnr-In in collaborazione con Lombardini22, basate su un’esperienza architettonica dinamica ricreata in ambiente virtuale, hanno dimostrato che lo spazio imprime un effetto sui processi neuronali circa 250 millisecondi prima dell’inizio deiprocessi cognitivi che scaturiscono dalle caratteristiche posturali di un’altra persona.

Fig. 1 Rappresentazione delle prove sperimentali e degli stimoli virtuali. (A) Immagini delle tappe delpercorso nei diversi ambienti virtuali fino all’incontro finale con l’avatar.(B) Ambienti virtuali con forme a bassa/alta eccitazione, nelle tonalità calde e fredde. (C) Esempio di avatar con postura del corpo a bassa, medio, e alta eccitazione.

Dunque si può concludere che la conformazione dello spazio in cui si muove una persona influenza la percezione che si ha degli altri, e quindi la possibilità di tessere relazioni. Più lo spazio che attraversiamo ci mette in uno stato di tranquillità e rilassamento, maggiori saranno le risorse cognitive che riusciamo a predisporre durante l’osservazione dell’altro. Viceversa, più lo spazio ci pone in uno stato di tensione, minori saranno le risorse disponibili per valutare le caratteristiche corporee dell’altro. Poiché sia i processi neurali che dipendono dalle caratteristiche spaziali che quelli relativi alle caratteristiche posturali dell’altro dipendono dall’attivazione del sistema motorio, questi risultati confermano che tale sistema svolge, quindi, un ruolo fondamentale nel processamento di informazioni sia corporee sia spaziali.

Fig. 2. Attivazioni topografiche e risposte cerebrali (misurate con Elettroencefalogramma) correlate ad architettura e caratteristiche posturali dell’avatar.

Per tanto tempo invece si è ritenuto che le relazioni sociali e quelle che si stabiliscono con lo spazio dipendessero da due processi di codifica neurale indipendenti. Gli esperimenti condotti nei laboratori del Cnr-In hanno invece messo in luce l’intrinseca relazione tra spazio e corpo in quanto la capacità che ha il nostro cervello di codificare gli altri dipende dall’esperienza effettuata con lo spazio circostante. Queste due esperienze di spazio e corpo, infatti, non solo hanno dei punti di contatto, ma sono addirittura interdipendenti.

Fig. 3. Mappe cerebrali attive in presenza di un avatar con determinate caratteristiche posturali nei diversi ambienti virtuali.

Abbiamo chiamato questa scoperta “Effetto Doppia Relazione” perché esprime un continuum ciclico di influenza che si rinnova costantemente, tra l’esperienza dello spazio e la relazione che stringiamo con le altre persone. Lo studio apre nuove possibilità di ricerca sul fronte delle neuroscienze. Sarà quindi fondamentale comprendere pienamente come la progettazione degli spazi che viviamo, per esempio il posto in cui lavoriamo o il quartiere in cui abitiamo, influisce sui meccanismi cerebrali alla base delle emozioni, e di conseguenza sulle relazioni tra individui.

Il risultato – straordinario – è stato raggiunto dal team di ricerca composto dai neuroscienziati Paolo Presti, Gaia Maria Galasso, Rita Rossi, Pietro Avanzini, Fausto Caruana, coordinati da Giovanni Vecchiato e con l’autorevole contributo di Giacomo Rizzolatti, insieme ai nostri progettisti Ashwanth Ramkumar e Federica Sanchez. La cornice è quella di NuArch, l’ampio progetto di ricerca attivo dal 2019, frutto della collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, il cui obiettivo è quello di indagare l’impatto dello spazio architettonico sullo stato psicofisiologico dell’individuo.

Fig. 4. Tempi di fissazione delle diverse posture del corpo dell’avatar negli spazi architettonici.

La scoperta dell’Effetto Doppia Relazione aggiunge un tassello fondamentale a NuArch: dopo aver dimostrato come lo spazio architettonico influenza chi lo vive[1], oggi possiamo dire che lo spazio influenza anche il modo con cui le persone si incontrano.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences, una delle riviste scientifiche più prestigiose a livello internazionale: Architectural experience influences the processing of others’ body expressions.

[1] I primi risultati (link all’articolo) del progetto di ricerca di NuArch sono stati pubblicati nel 2022 su Scientific Reports, rivista divulgata da Springer Nature, in cui si dimostrano gli effetti che la conformazione spaziale ha sugli esseri umani da un punto di vista affettivo.

(en) We have always suspected it, now we know it. The dynamicexperience of physical space influences the brain mechanisms that underlie theunderstanding of other people's bodily expressions: this is the result of astudy by the CNR-In (Centro Nazionale delle Ricerche - Istituto diNeuroscienze, Parma base) in collaboration with Lombardini22.

How many times have we said 'the first impression is the one that counts'? We are convinced that the first impression is reliable and almost revelatory of the person in front of us. But what if our first impression isnot just the result of our intuition, but is instead influenced by the space inwhich we are immersed?

Experiments carried out by the CNR-In in collaboration with Lombardini22 , based on a dynamic architectural experience recreated in avirtual environment, have shown that space imprints an effect on neuronal processes approximately 250 milliseconds before the cognitive processes triggered by the postural characteristics of another person begin.

Fig. 1 Representation of the experimental tests and virtualstimuli. (A) Images of the path stages in the different virtual environments up to the final encounter with the avatar.(B) Virtual environments with low/high arousal shapes, in warm and cold tones. (C) Example of avatar with low, medium, and high arousal body posture.

So it can be concluded that the shape of the space in which a person moves influences one's perception of others, and thus the possibility of weaving relationships. The more the space we move through puts us in a state of tranquillity and relaxation, the greater will be the cognitive resources weare able to put in place when observing others. Conversely, the more the space puts us in a state of tension, the fewer resources we will have available toassess the other's bodily characteristics. Since both the neural processes that depend on spatial characteristics and those related to the other's postural characteristics depend on the activation of the motor system, these results confirm that this system therefore plays a fundamental role in the processing of both bodily and spatial information.

Fig. 2. Topographical activations and brain responses (measured by electroencephalogram) correlated with architecture and postural characteristics of the avatar.

For a long time, however, it was believed that social and spatial relationships depended on two independent neural coding processes. The experiments conducted in the CNR-In laboratories have instead highlighted the intrinsic relationship between space and body in that our brain's ability to encode others depends on the experience we have with the surrounding space. These two experiences of space and body, in fact, not only have points of contact, but are even interdependent.

Fig. 3. Active brain maps in the presence of an avatar with certain postural characteristics in different virtual environments.

We have called this finding the 'Double Relation Effect' because it expresses a cyclic continuum of influence that is constantly renewed between the experience of space and the relationship we form with other people. The study opens up new research possibilities on the neuroscience front. It will therefore be crucial to fully understand how the design of the spaces we live in, for example the place we work or the neighbourhood we live in, affects the brain mechanisms underlying emotions, and consequently the relationships between individuals.

The - extraordinary - result was achieved by the research team composed of neuroscientists Paolo Presti, Gaia Maria Galasso, Rita Rossi, Pietro Avanzini, Fausto Caruana, coordinated by Giovanni Vecchiato and with the authoritative contribution of Giacomo Rizzolatti, together with our designers Ashwanth Ramkumar and Federica Sanchez. The framework is that of NuArch, the extensive research project active since 2019, the result of a collaboration between Lombardini22 and the Parma branch of the CNR Institute of Neuroscience, whose objective is to investigate the impact of architectural space on the psycho physiological state of the individual.

Fig. 4. Fixationtimes of different avatar body postures in architectural spaces.

The discovery of the Double Relation Effect adds a fundamental piece to NuArch: after demonstrating how architectural space influences who lives in it[1], we can now say that space also influences how people meet.

The study was published in the journal Proceedings of the National Academy of Sciences, the official organ of the United States National Academy of Sciences, one of the most prestigious scientific journals internationally: Architectural experience influences the processing of others' body expressions.

[1] The first results (link to article) of the NuArch research project were published in 2022 in Scientific Reports, a journal published by Springer Nature, in which the effects that spatial conformationhas on humans from an affective point of view are demonstrated.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

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Redazione
November 14, 2023
Progetti
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November 14, 2023

Lo spazio delle relazioni

L’abbiamo sempre intuito, ora lo sappiamo. L’esperienza dinamica dello spazio fisico influenza i meccanismi cerebrali che sono alla base della comprensione delle espressioni corporee degli altri: è il risultato dello studio dell’Istituto di neuroscienze del Cnr-In (Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto di Neuroscienze, sede di Parma) in collaborazione con Lombardini22.

Quante volte abbiamo detto “la prima impressione è quella che conta”? Siamo convinti che la prima sensazione sia affidabile e quasi rivelatrice della persona che abbiamo di fronte. E se la nostra prima impressione non fosse solo frutto del nostro intuito, ma fosse invece influenzata dallo spazio in cui siamo immersi?

Le sperimentazioni svolte dal Cnr-In in collaborazione con Lombardini22, basate su un’esperienza architettonica dinamica ricreata in ambiente virtuale, hanno dimostrato che lo spazio imprime un effetto sui processi neuronali circa 250 millisecondi prima dell’inizio deiprocessi cognitivi che scaturiscono dalle caratteristiche posturali di un’altra persona.

Fig. 1 Rappresentazione delle prove sperimentali e degli stimoli virtuali. (A) Immagini delle tappe delpercorso nei diversi ambienti virtuali fino all’incontro finale con l’avatar.(B) Ambienti virtuali con forme a bassa/alta eccitazione, nelle tonalità calde e fredde. (C) Esempio di avatar con postura del corpo a bassa, medio, e alta eccitazione.

Dunque si può concludere che la conformazione dello spazio in cui si muove una persona influenza la percezione che si ha degli altri, e quindi la possibilità di tessere relazioni. Più lo spazio che attraversiamo ci mette in uno stato di tranquillità e rilassamento, maggiori saranno le risorse cognitive che riusciamo a predisporre durante l’osservazione dell’altro. Viceversa, più lo spazio ci pone in uno stato di tensione, minori saranno le risorse disponibili per valutare le caratteristiche corporee dell’altro. Poiché sia i processi neurali che dipendono dalle caratteristiche spaziali che quelli relativi alle caratteristiche posturali dell’altro dipendono dall’attivazione del sistema motorio, questi risultati confermano che tale sistema svolge, quindi, un ruolo fondamentale nel processamento di informazioni sia corporee sia spaziali.

Fig. 2. Attivazioni topografiche e risposte cerebrali (misurate con Elettroencefalogramma) correlate ad architettura e caratteristiche posturali dell’avatar.

Per tanto tempo invece si è ritenuto che le relazioni sociali e quelle che si stabiliscono con lo spazio dipendessero da due processi di codifica neurale indipendenti. Gli esperimenti condotti nei laboratori del Cnr-In hanno invece messo in luce l’intrinseca relazione tra spazio e corpo in quanto la capacità che ha il nostro cervello di codificare gli altri dipende dall’esperienza effettuata con lo spazio circostante. Queste due esperienze di spazio e corpo, infatti, non solo hanno dei punti di contatto, ma sono addirittura interdipendenti.

Fig. 3. Mappe cerebrali attive in presenza di un avatar con determinate caratteristiche posturali nei diversi ambienti virtuali.

Abbiamo chiamato questa scoperta “Effetto Doppia Relazione” perché esprime un continuum ciclico di influenza che si rinnova costantemente, tra l’esperienza dello spazio e la relazione che stringiamo con le altre persone. Lo studio apre nuove possibilità di ricerca sul fronte delle neuroscienze. Sarà quindi fondamentale comprendere pienamente come la progettazione degli spazi che viviamo, per esempio il posto in cui lavoriamo o il quartiere in cui abitiamo, influisce sui meccanismi cerebrali alla base delle emozioni, e di conseguenza sulle relazioni tra individui.

Il risultato – straordinario – è stato raggiunto dal team di ricerca composto dai neuroscienziati Paolo Presti, Gaia Maria Galasso, Rita Rossi, Pietro Avanzini, Fausto Caruana, coordinati da Giovanni Vecchiato e con l’autorevole contributo di Giacomo Rizzolatti, insieme ai nostri progettisti Ashwanth Ramkumar e Federica Sanchez. La cornice è quella di NuArch, l’ampio progetto di ricerca attivo dal 2019, frutto della collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, il cui obiettivo è quello di indagare l’impatto dello spazio architettonico sullo stato psicofisiologico dell’individuo.

Fig. 4. Tempi di fissazione delle diverse posture del corpo dell’avatar negli spazi architettonici.

La scoperta dell’Effetto Doppia Relazione aggiunge un tassello fondamentale a NuArch: dopo aver dimostrato come lo spazio architettonico influenza chi lo vive[1], oggi possiamo dire che lo spazio influenza anche il modo con cui le persone si incontrano.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences, una delle riviste scientifiche più prestigiose a livello internazionale: Architectural experience influences the processing of others’ body expressions.

[1] I primi risultati (link all’articolo) del progetto di ricerca di NuArch sono stati pubblicati nel 2022 su Scientific Reports, rivista divulgata da Springer Nature, in cui si dimostrano gli effetti che la conformazione spaziale ha sugli esseri umani da un punto di vista affettivo.

(en) We have always suspected it, now we know it. The dynamicexperience of physical space influences the brain mechanisms that underlie theunderstanding of other people's bodily expressions: this is the result of astudy by the CNR-In (Centro Nazionale delle Ricerche - Istituto diNeuroscienze, Parma base) in collaboration with Lombardini22.

How many times have we said 'the first impression is the one that counts'? We are convinced that the first impression is reliable and almost revelatory of the person in front of us. But what if our first impression isnot just the result of our intuition, but is instead influenced by the space inwhich we are immersed?

Experiments carried out by the CNR-In in collaboration with Lombardini22 , based on a dynamic architectural experience recreated in avirtual environment, have shown that space imprints an effect on neuronal processes approximately 250 milliseconds before the cognitive processes triggered by the postural characteristics of another person begin.

Fig. 1 Representation of the experimental tests and virtualstimuli. (A) Images of the path stages in the different virtual environments up to the final encounter with the avatar.(B) Virtual environments with low/high arousal shapes, in warm and cold tones. (C) Example of avatar with low, medium, and high arousal body posture.

So it can be concluded that the shape of the space in which a person moves influences one's perception of others, and thus the possibility of weaving relationships. The more the space we move through puts us in a state of tranquillity and relaxation, the greater will be the cognitive resources weare able to put in place when observing others. Conversely, the more the space puts us in a state of tension, the fewer resources we will have available toassess the other's bodily characteristics. Since both the neural processes that depend on spatial characteristics and those related to the other's postural characteristics depend on the activation of the motor system, these results confirm that this system therefore plays a fundamental role in the processing of both bodily and spatial information.

Fig. 2. Topographical activations and brain responses (measured by electroencephalogram) correlated with architecture and postural characteristics of the avatar.

For a long time, however, it was believed that social and spatial relationships depended on two independent neural coding processes. The experiments conducted in the CNR-In laboratories have instead highlighted the intrinsic relationship between space and body in that our brain's ability to encode others depends on the experience we have with the surrounding space. These two experiences of space and body, in fact, not only have points of contact, but are even interdependent.

Fig. 3. Active brain maps in the presence of an avatar with certain postural characteristics in different virtual environments.

We have called this finding the 'Double Relation Effect' because it expresses a cyclic continuum of influence that is constantly renewed between the experience of space and the relationship we form with other people. The study opens up new research possibilities on the neuroscience front. It will therefore be crucial to fully understand how the design of the spaces we live in, for example the place we work or the neighbourhood we live in, affects the brain mechanisms underlying emotions, and consequently the relationships between individuals.

The - extraordinary - result was achieved by the research team composed of neuroscientists Paolo Presti, Gaia Maria Galasso, Rita Rossi, Pietro Avanzini, Fausto Caruana, coordinated by Giovanni Vecchiato and with the authoritative contribution of Giacomo Rizzolatti, together with our designers Ashwanth Ramkumar and Federica Sanchez. The framework is that of NuArch, the extensive research project active since 2019, the result of a collaboration between Lombardini22 and the Parma branch of the CNR Institute of Neuroscience, whose objective is to investigate the impact of architectural space on the psycho physiological state of the individual.

Fig. 4. Fixationtimes of different avatar body postures in architectural spaces.

The discovery of the Double Relation Effect adds a fundamental piece to NuArch: after demonstrating how architectural space influences who lives in it[1], we can now say that space also influences how people meet.

The study was published in the journal Proceedings of the National Academy of Sciences, the official organ of the United States National Academy of Sciences, one of the most prestigious scientific journals internationally: Architectural experience influences the processing of others' body expressions.

[1] The first results (link to article) of the NuArch research project were published in 2022 in Scientific Reports, a journal published by Springer Nature, in which the effects that spatial conformationhas on humans from an affective point of view are demonstrated.

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November 14, 2023
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