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La forma delle attese

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Genesi ed evoluzione di TUNED
18/4/2018
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Continuava ad affascinarmi come Louis Kahn avesse cercato per tutta la vita il modo di realizzare luoghi ed architetture in grado di dare forma alle attese delle persone.

Verso la fine della sua esistenza iniziò a chiamarle Istituzioni dell’uomo e a usare un verbo per esprimerne l’essenza: abitare, incontrare, imparare e altri ancora. Un approccio legato al pensiero fenomenologico di Edmund Husserl, con una sua visione influenzata dall’esperienza in prima persona: il soggetto in rapporto allo spazio. A Pordenone nel 2012 incontro Juhani Pallasmaa e inizio una ripensamento radicale sul mondo delle scienze umane e l’architettura: le neuroscienze, l’antropologia, la biologia, la psicologia diventano così sorelle dell’architettura. Diviene sempre più chiaro che il disegno degli spazi può agire come ‘seconda coscienza’ dell’uomo. L’architettura è in grado di anticipare e indicare il senso della ricerca, di quella benedetta emozione che ci agita ogni mattina quando inizia l’attraversamento della città: alzarsi dal letto, fare la spesa, partecipare ad una riunione, entrare in fabbrica, prendere un treno o un aereo.

Tre anni fa incontro Lombardini22 che nel 2013 aveva lanciato il progetto ‘Empatia degli spazi’ grazie a un’intuizione di Alessandro Gattara e alla disponibilità di Vittorio Gallese di approfondire la relazione tra architettura e neuroscienze. Un progetto culturale che aveva visto testimonianze dello stesso Gallese, di Sarah Robinson con Salvatore Veca, Harry F. Mallgrave e Juhani Pallasmaa. Da quell’incontro nasce TUNED, un tool applicativo di indirizzo progettuale sperimentato nel progetto della Scuola di Negrar e utilizzato per la residenza per anziani di Maserà.

Allo Iuav di Venezia, il dialogo con il nuovo Rettore Albergo Ferlenga, trasforma in pochi mesi la mia proposta nel Master ‘Neuroscience Applied to Architectural Design’ e lo scorso ottobre è partita la prima edizione. Da Libano, Inghilterra, Iran, Repubblica Ceca e Italia, gli studenti hanno raggiunto Venezia per avviare un percorso di studio che ho concepito per trasferire l’intreccio delle conoscenze tra i diversi campi del sapere coinvolti. I docenti provenienti da molte università del mondo, vedono in particolare coinvolti nel Board Juhani Pallasmaa, Harry Mallgrave, Alberto Perez-Gomez, Michela Balconi, Sarah Robinson e Renato Bocchi. Le tesi di laurea saranno Post Occupancy Evaluation di edifici esistenti, condotte a partire da test rivolti agli utenti reali degli spazi, completate con le registrazioni delle risposte dei soggetti attraverso Elettroencefalogramma e Biofeedback. Le tesi saranno presentate alla prossima Biennale di Architettura. A Venezia, il confronto internazionale e le necessità della didattica hanno, così, alimentato la ricerca: oggi il modello di applicazione delle scienze dell’uomo al progetto è una realtà, sempre in fieri ma sempre più raffinato.

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April 18, 2018
Attualità
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April 18, 2018

La forma delle attese

Continuava ad affascinarmi come Louis Kahn avesse cercato per tutta la vita il modo di realizzare luoghi ed architetture in grado di dare forma alle attese delle persone.

Verso la fine della sua esistenza iniziò a chiamarle Istituzioni dell’uomo e a usare un verbo per esprimerne l’essenza: abitare, incontrare, imparare e altri ancora. Un approccio legato al pensiero fenomenologico di Edmund Husserl, con una sua visione influenzata dall’esperienza in prima persona: il soggetto in rapporto allo spazio. A Pordenone nel 2012 incontro Juhani Pallasmaa e inizio una ripensamento radicale sul mondo delle scienze umane e l’architettura: le neuroscienze, l’antropologia, la biologia, la psicologia diventano così sorelle dell’architettura. Diviene sempre più chiaro che il disegno degli spazi può agire come ‘seconda coscienza’ dell’uomo. L’architettura è in grado di anticipare e indicare il senso della ricerca, di quella benedetta emozione che ci agita ogni mattina quando inizia l’attraversamento della città: alzarsi dal letto, fare la spesa, partecipare ad una riunione, entrare in fabbrica, prendere un treno o un aereo.

Tre anni fa incontro Lombardini22 che nel 2013 aveva lanciato il progetto ‘Empatia degli spazi’ grazie a un’intuizione di Alessandro Gattara e alla disponibilità di Vittorio Gallese di approfondire la relazione tra architettura e neuroscienze. Un progetto culturale che aveva visto testimonianze dello stesso Gallese, di Sarah Robinson con Salvatore Veca, Harry F. Mallgrave e Juhani Pallasmaa. Da quell’incontro nasce TUNED, un tool applicativo di indirizzo progettuale sperimentato nel progetto della Scuola di Negrar e utilizzato per la residenza per anziani di Maserà.

Allo Iuav di Venezia, il dialogo con il nuovo Rettore Albergo Ferlenga, trasforma in pochi mesi la mia proposta nel Master ‘Neuroscience Applied to Architectural Design’ e lo scorso ottobre è partita la prima edizione. Da Libano, Inghilterra, Iran, Repubblica Ceca e Italia, gli studenti hanno raggiunto Venezia per avviare un percorso di studio che ho concepito per trasferire l’intreccio delle conoscenze tra i diversi campi del sapere coinvolti. I docenti provenienti da molte università del mondo, vedono in particolare coinvolti nel Board Juhani Pallasmaa, Harry Mallgrave, Alberto Perez-Gomez, Michela Balconi, Sarah Robinson e Renato Bocchi. Le tesi di laurea saranno Post Occupancy Evaluation di edifici esistenti, condotte a partire da test rivolti agli utenti reali degli spazi, completate con le registrazioni delle risposte dei soggetti attraverso Elettroencefalogramma e Biofeedback. Le tesi saranno presentate alla prossima Biennale di Architettura. A Venezia, il confronto internazionale e le necessità della didattica hanno, così, alimentato la ricerca: oggi il modello di applicazione delle scienze dell’uomo al progetto è una realtà, sempre in fieri ma sempre più raffinato.

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April 18, 2018
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