Il design è per tutti
Data Centers of the future are here
Quando parliamo di disabilità, comunemente pensiamo alla disabilità motoria, e anche la normativa stessa fatica ad includere altre forme di diversità. In effetti sarebbe più corretto parlare di progettazione per ognuno, perché, anche in virtù del fatto che la popolazione mondiale ha un’aspettativa di vita sempre più alta, siamo potenzialmente tutti coinvolti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la disabilità non è un fattore di per sé, ma è l’ambiente che disabilita e questo implica che noi architetti abbiamo una responsabilità importantissima nel creare ambienti che rispondano alle necessità e alle ambizioni di ognuno.
Si stima che soltanto in Italia ci siano 1,5 milioni di persone ipovedenti (di cui oltre il 60% è over 50) e 360.000 persone cieche; i soggetti ipoudenti e sordi sono stimati in 7,2 milioni; circa il 10% della popolazione ha allergie ambientali o alimentari ed entro il 2030 si prevede un aumento di questa cifra del 25%, a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Guardando questi numeri è evidente che la progettazione debba necessariamente tenere conto di un ampio spettro di potenziali ‘fatiche’.
Anche nel caso della progettazione alberghiera quando si parla di disabilità spesso si considera unicamente la disabilità motoria, legata all’utilizzo di una carrozzina standard. Inoltre non aiuta continuare a parlare di barriere architettoniche come una check list di strumenti speciali – maniglioni, wc speciali, servoscala – considerati meramente come elementi necessari per aderire alle norme. Non concepiti all’interno di un intervento coordinato e armonico, questi componenti fondamentali sono disegnati, e inseriti nei progetti di interior, senza considerare l’esperienza emotiva e sensoriale vissuta dai clienti.
Occorre immaginare un design accessibile a tutti, che risponda ai bisogni, che valorizzi le specificità di ognuno, che si rivolga alla più ampia pluralità di soggetti.
Spesso il design tradizionale progetta per un’astrazione: l’uomo standard. Così facendo penalizza le persone reali con le loro diversificate abilità, competenze, desideri e aspirazioni.
Lombardini22 da sempre ha un approccio human centered alla progettazione, e al suo interno operano professionisti specializzati nella valutazione dell’inclusività delle architetture che progettiamo. In particolare la business unit Atmos si occupa di qualità ambientale e di qualità sociale e inclusività, operando in maniera trasversale su tutti i progetti del gruppo.
Impegnata in progetti di hôtellerie in tutto il mondo, Eclettico Design intende promuovere un design a misura d’uomo inteso come progettazione per l’individuo reale, inclusiva e olistica, coinvolgendo la diversità umana nel processo progettuale per consentire la fruizione di ambienti, prodotti e servizi alla più ampia pluralità di soggetti, diversi fra loro per capacità percettive, motorie e cognitive, oltre che per gusti e affinità estetiche e stilistiche.
Nel contesto del design inclusivo in ambito hospitality, un esempio interessante è il concept di smart room sviluppato dal dipartimento di soluzioni di design di AccorHotels in associazione con il designer Didier Versavel. La camera prototipo è dotata di caratteristiche che soddisfano le esigenze non solo degli ospiti con mobilità ridotta, ma di tutti i viaggiatori.
Lavorando di concerto con i dipendenti disabili di AccorHotels per creare soluzioni tecniche, tecnologiche e di design intelligenti, sono stati reinterpretati gli standard di accessibilità per offrire un’esperienza di alloggio che mette fine alla segmentazione tra camere accessibili progettate per persone a mobilità ridotta e le altre camere.
Tra le tante soluzioni concrete proposte: un tablet per regolare l’illuminazione, la chiusura/apertura delle tende, l’inclinazione della testiera del letto e il controllo delle apparecchiature audiovisive; un armadio con ripiani scorrevoli e aste per un facile accesso ai vestiti; iluminazione a LED con sensore di movimento; il bagno dotato di un soffione regolabile, di un sedile della doccia pieghevole e regolabile, di un lavandino regolabile in altezza, di maniglioni di design che fungono da portasciugamani e altro ancora; ausili per il sonno, tra cui un dispositivo che promuove sia la concentrazione sia il sonno o una fascia con sensori di energia cerebrale integrati e un sistema di rilassamento; e, infine, atmosfere olfattive personalizzabili per creare un’esperienza di risveglio agli aromi di caffè, tè o brezza marina.
Si tratta, quindi, di una questione di carattere culturale, ma anche economico. Quelli che l’imprenditore o lo sviluppatore reputa costi maggiorati, sono quelli di un progetto di qualità che sappia declinare soluzioni già esistenti sul mercato.
Infine non dobbiamo dimenticare che progettare in maniera inclusiva significa allargare il target di utenza delle strutture alberghiere del 20%, e quindi parliamo di numeri importanti che hanno un impatto concreto sul ritorno di un progetto di hospitality.
DI OGNUNO
Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.
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Alessandra: Architetto specializzata in interni. Romagnola di nascita, ho studiato al Politecnico di Milano, e dopo un Erasmus a Barcellona sono approdata in Lombardini22 dove mi occupo di Hospitality. Appassionata di viaggi e architettura, mi piace esplorare e conoscere nuovi luoghi coinvolgendo tutti i sensi per tradurre nel mio lavoro “un’apertura percettiva al mondo”.
Cristian: Siciliano di nascita, milanese per adozione; architetto sempre, anche in vacanza. Papà di Cecilia e Matteo, ciclista e chiacchierone. Inclusivo per vocazione, curioso per deformazione professionale.