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Quando rigore e creatività convivono
5/12/2022
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Cosa lega una persona che normalmente si deve districare tra norme e regolamenti edilizi con uno spiccato senso creativo che si traduce nella creazione di rappresentazioni grafiche?

Apparentemente nulla, il primo è il regno del rigore e della conformità, mentre il secondo è quello della fantasia, dove tutto è possibile e dove gli oggetti possono magicamente prendere vita. Ecco quindi che piccoli bocconcini di mozzarella diventano pecorelle che saltano una staccionata per trasportare chi non riesce ad addormentarsi nelle braccia di morfeo.

Capita, però, che alle volte due cose diametralmente opposte, come rigore e creatività, siano la ricetta perfetta per ottenere risultati straordinari.

Una mattina decisi di fotografare una tazzina di caffè. Da sola mi sembrava un po’ triste, allora aggiunsi delle gocciole di cioccolato per creare una composizione che ricordasse la forma di una lumaca. Da questa intuizione, nel settembre del 2016, è nata l’dea di creare un profilo Instagram dedicato per combinare le mie diverse passioni: Food e creatività.

L’idea era quella di riportare all’essenziale i prodotti alimentari di base che vengono utilizzati in cucina. Siamo abituati a vedere immagini delle portate quando sono ultimate, cotte e impiattate, ma le immagini di cibo nelle sue forme originali sono meno diffuse. Io cerco di farlo reinterpretando le forme in oggetti e cose di uso comune, cercando di incuriosire le persone sui prodotti utilizzati per la loro realizzazione.

Ci sono molte più similitudini di quanto si pensi tra il mondo della creatività e l’intricato labirinto delle norme e dei regolamenti edilizi.

Il processo creativo, che sembra nascere dall’intuizione o dal caso, in realtà necessita di metodo e deve essere alimentato e coltivato per non perderlo e farlo crescere.

Se ripenso a tutte le mie rappresentazioni, hanno sempre richiesto un processo di costruzione, con fasi ben precise. Nella maggior parte dei casi parto da un oggetto che mi ispira simpatia o curiosità, dopo di che lo scompongo in figure semplici e, traendo spunto dal mio bagaglio personale, cerco di riprodurre lo stesso oggetto con altre forme, con un approccio a volte ironico, a volte introspettivo.

Succede anche che il processo sia inverso: parto da un oggetto, come delle bottiglie di vino, e mi immagino cosa possano diventare, trasformandosi per esempio in clave per un giocoliere che le fa vibrare nell’aria.

Cosa c’entrano, dunque, rigore e creatività?

L’anello di congiunzione tra i miei due mondi è il metodo, che risulta il medesimo, ed è grazie al rigore che si riescono a trovare soluzioni creative ai problemi. Il mio lavoro è accompagnare i progetti per poter ottenere le autorizzazioni edilizie necessarie, e in un paese come l’Italia, in cui la burocrazia è imprescindibile, parlerei di “arte amministrativa” più che di strategia.

“L’arte amministrativa” per un progetto edilizio deve tenere insieme moltissime variabili: i desiderata del cliente, la complessità del progetto, gli enti pubblici coinvolti e il progettista, solo per citarne qualcuna. Per trovare il percorso più efficace è necessaria tanta creatività perché un approccio rigido a questa professione può essere controproducente: servono flessibilità e capacità di trovare soluzioni, anche quando si fatica a immaginare una via d’uscita.

Può succedere che dopo aver ottenuto l’approvazione di un progetto il cliente decida di cambiare strategia commerciale. Oppure a volte capita che l’introduzione di incentivi volumetrici aprano nuove opportunità, e che si debba rivedere il progetto e il suo conseguente iter di approvazione, che può comprendere nuovi passaggi con i Vigili del Fuoco o con la Commissione del Paesaggio. In questo periodo, poi, c’è particolare attenzione sui progetti che stanno beneficiando del bonus volumetrico del 5% grazie al D.lgs n.28 del 2011, i cui requisiti prestazionali devono essere garantiti, nelle varianti successive e fino all’agibilità finale dell’intervento.

Spesso mi chiedono se il mio lavoro sia noioso o ripetitivo. Io rispondo che non lo è, che mi appassiona perché ogni progetto ha una sua strategia, come le mie rappresentazioni: ognuna è un racconto diverso.

Se volete scoprire questo mondo dove tutto è possibile, vi aspetto sul mio profilo instagram!

Written By
Giovanni Paparusso

Sono un architetto urbanista che esprime la propria creatività trasformando oggetti in immagini divertenti e ironiche. In Lombardini22 seguo i progetti lungo tutto l’iter di approvazione fino al raggiungimento dell’obiettivo e la sua chiusura.

December 5, 2022
Addirittura
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December 5, 2022

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Cosa lega una persona che normalmente si deve districare tra norme e regolamenti edilizi con uno spiccato senso creativo che si traduce nella creazione di rappresentazioni grafiche?

Apparentemente nulla, il primo è il regno del rigore e della conformità, mentre il secondo è quello della fantasia, dove tutto è possibile e dove gli oggetti possono magicamente prendere vita. Ecco quindi che piccoli bocconcini di mozzarella diventano pecorelle che saltano una staccionata per trasportare chi non riesce ad addormentarsi nelle braccia di morfeo.

Capita, però, che alle volte due cose diametralmente opposte, come rigore e creatività, siano la ricetta perfetta per ottenere risultati straordinari.

Una mattina decisi di fotografare una tazzina di caffè. Da sola mi sembrava un po’ triste, allora aggiunsi delle gocciole di cioccolato per creare una composizione che ricordasse la forma di una lumaca. Da questa intuizione, nel settembre del 2016, è nata l’dea di creare un profilo Instagram dedicato per combinare le mie diverse passioni: Food e creatività.

L’idea era quella di riportare all’essenziale i prodotti alimentari di base che vengono utilizzati in cucina. Siamo abituati a vedere immagini delle portate quando sono ultimate, cotte e impiattate, ma le immagini di cibo nelle sue forme originali sono meno diffuse. Io cerco di farlo reinterpretando le forme in oggetti e cose di uso comune, cercando di incuriosire le persone sui prodotti utilizzati per la loro realizzazione.

Ci sono molte più similitudini di quanto si pensi tra il mondo della creatività e l’intricato labirinto delle norme e dei regolamenti edilizi.

Il processo creativo, che sembra nascere dall’intuizione o dal caso, in realtà necessita di metodo e deve essere alimentato e coltivato per non perderlo e farlo crescere.

Se ripenso a tutte le mie rappresentazioni, hanno sempre richiesto un processo di costruzione, con fasi ben precise. Nella maggior parte dei casi parto da un oggetto che mi ispira simpatia o curiosità, dopo di che lo scompongo in figure semplici e, traendo spunto dal mio bagaglio personale, cerco di riprodurre lo stesso oggetto con altre forme, con un approccio a volte ironico, a volte introspettivo.

Succede anche che il processo sia inverso: parto da un oggetto, come delle bottiglie di vino, e mi immagino cosa possano diventare, trasformandosi per esempio in clave per un giocoliere che le fa vibrare nell’aria.

Cosa c’entrano, dunque, rigore e creatività?

L’anello di congiunzione tra i miei due mondi è il metodo, che risulta il medesimo, ed è grazie al rigore che si riescono a trovare soluzioni creative ai problemi. Il mio lavoro è accompagnare i progetti per poter ottenere le autorizzazioni edilizie necessarie, e in un paese come l’Italia, in cui la burocrazia è imprescindibile, parlerei di “arte amministrativa” più che di strategia.

“L’arte amministrativa” per un progetto edilizio deve tenere insieme moltissime variabili: i desiderata del cliente, la complessità del progetto, gli enti pubblici coinvolti e il progettista, solo per citarne qualcuna. Per trovare il percorso più efficace è necessaria tanta creatività perché un approccio rigido a questa professione può essere controproducente: servono flessibilità e capacità di trovare soluzioni, anche quando si fatica a immaginare una via d’uscita.

Può succedere che dopo aver ottenuto l’approvazione di un progetto il cliente decida di cambiare strategia commerciale. Oppure a volte capita che l’introduzione di incentivi volumetrici aprano nuove opportunità, e che si debba rivedere il progetto e il suo conseguente iter di approvazione, che può comprendere nuovi passaggi con i Vigili del Fuoco o con la Commissione del Paesaggio. In questo periodo, poi, c’è particolare attenzione sui progetti che stanno beneficiando del bonus volumetrico del 5% grazie al D.lgs n.28 del 2011, i cui requisiti prestazionali devono essere garantiti, nelle varianti successive e fino all’agibilità finale dell’intervento.

Spesso mi chiedono se il mio lavoro sia noioso o ripetitivo. Io rispondo che non lo è, che mi appassiona perché ogni progetto ha una sua strategia, come le mie rappresentazioni: ognuna è un racconto diverso.

Se volete scoprire questo mondo dove tutto è possibile, vi aspetto sul mio profilo instagram!

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