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Da rigenerazione a rigeneratività

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Una nuova idea di impatto sociale
23/9/2025
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Il concetto di rigenerazione ha caratterizzato, finora, l'aspetto più fisico dei processi di trasformazione urbana. Ma nel contesto delle città contemporanee, sempre più sottoposte a cambiamenti rapidi e profondi, “rigenerare” non basta più. È necessario attivare processi capaci di restituire valore duraturo ai territori, generando impatti positivi sul piano sociale, relazionale, ambientale ed economico.

Ma in cosa consiste la rigeneratività, e perché rappresenta il nuovo passo fondamentale da compiere per evolvere il concetto di trasformazione degli spazi?

Qual è la connessione tra questi due pensieri e cosa ci suggerisce per il nostro operare nel mondo costruito?

Ecco cinque parole utili a spiegare questo concetto.

Libertà

Non isolamento, ma connessione.

“Libertà” significa che, là dove un processo di rigenerazione risolve un problema fisico e di patrimonio, la rigeneratività risolve un altro tipo di problema, più diffuso: quello di riuscire a coltivare il capitale di connessione mentre ci si occupa degli spazi. Significa essere liberi di includere persone e ambiente costruito all’interno di logiche di beneficio comune.

Cura

Non basta fare «cose nuove» o ricercare funzioni. La generatività non genera e poi abbandona, ma custodisce e si prende cura.

Bisogna riconosce che isolare edifici e persone non produce alcun tipo di libertà, ma al contrario preclude la possibilità di instaurare incontri e connessioni di valore.

Responsabilità

Rigenerare in chiave generativa significa restituire più di quanto si è ricevuto.

La generatività è quindi un processo di rigenerazione complesso, che non si limita ai business plan e alle gare d’appalto: per questo parliamo di responsabilità.

Con questo termine facciamo riferimento all’attivazione di soggetti che, in maniera dinamica, si prendono cura del territorio oggetto del processo di rigenerazione: enti la cui responsabilità è quella di trasformare e al contempo custodire.

Relazione

La generatività non produce solo valore economico, ma anche sociale, relazionale e ambientale.

Significa riconoscere di trovarsi all’interno di una produttoria (e non una sommatoria) fatta di relazioni, in cui se manca un elemento il valore prodotto è pari a zero: l’obiettivo chiave condiviso è quello di generare contemporaneamente valore economico, sociale e ambientale sull’intero territorio.

Futuro

Le città generative non inseguono solo grandi masterplan, ma coltivano pratiche quotidiane, piccole azioni che germogliano in nuove possibilità di vita comune.

I masterplan sono il primo passo: poi sono le pratiche quotidiane, i piccoli interventi sul territorio, le agopunture che partono da bisogni concreti del territorio che fanno la differenza.

Da rigenerazione a rigeneratività

L’immobiliare deve essere principalmente una industria sociale con responsabilità economica, non viceversa.

Nella “società della conoscenza” i desideri e i bisogni della società aumentano, si articolano e cambiano rapidamente. Serve una progettazione circolare degli spazi: una visione dinamica, capace di riconoscere che anche gli spazi che vengono progettati oggi, potrebbero cambiare domani.

Oggi il significato di un’azione sociale si è diluito, poiché lo si utilizza prettamente con un’accezione negativa, in riferimento alle azioni rivolte alla fascia del disagio. Nella nostra visione, la rigeneratività è un approccio relazionale, improntato alla creazione di spazi sociali, imprese sociali, luoghi sociali, proprio a partire dai bisogni delle persone che abitano un territorio.

L’impatto nasce dalla collaborazione. Un settore pubblico svuotato di risorse e competenze e uno privato che segue logiche estrattive, insieme, rischiano di far degenerare i buoni propositi di dialogo pubblico-privato post PNRR. Occorre un nuovo framework di regole condiviso e trasparente. Uno spazio, una città, un territorio, non possono essere rigenerati se non c’è un dialogo alla base: la responsabilità deve essere condivisa da tutti gli stakeholder.

In questa concezione, la casa viene intesa come strumento per abitare, e lo spazio come un luogo che lo rende possibile. L’outcome di un progetto immobiliare non è quindi un building, quanto più un “pacchetto di vita”: una casa da abitare, un sistema efficiente di mobilità, dei servizi digitali integrati, una comunità coesa. Si tratta di progettare un “metro di vita” all'interno delle nostre città dove ciascuno può crescere e prosperare.

Condizioni per un’Agenda Urbana generativa

Quali sono gli spunti che possono rendere tutto questo possibile?

Ci sono tre conditio sine qua non, ovvero tre ostacoli senza di cui i processi rigenerativi non possono nascere.

1. Valori di carico delle aree urbane da rigenerare

Serve un’operazione di sistema per permettere alle Agenzie pubbliche del Paese di consentire una sostenibilità a progetti con funzioni “pazienti”.

2. Costo delle bonifiche

Attivare un fondo rotativo sulle bonifiche agevolerebbe un costo iniziale di difficile determinazione nelle fasi creative e imprenditive di un processo di rigenerazione urbana.

3. La rigidità degli strumenti urbanistici

La flessibilità iniziale all’utilizzo degli spazi diventa decisiva rispetto alla possibilità di sperimentare attrazioni, flussi e funzioni nuove.

SOTTOCASA: un esempio di esperienza generativa

Il progetto SOTTOCASA nasce da un ampio processo di collaborazione che coinvolge più di 20 realtà profit e non-profit operanti nel Municipio 6 di Milano, attive nei settori del verde urbano e della mobilità sostenibile.

A differenza dei tradizionali stakeholder, i soggetti coinvolti sono veri e propri community holder: realtà che partecipano in modo attivo alla realizzazione del progetto. Non si limitano a supportare l’iniziativa, ma mettono a disposizione il proprio know-how, le proprie risorse e il proprio radicamento territoriale per guidare il processo di rigenerazione.

SOTTOCASA è un esempio pratico di come la rigeneratività traduce l’impegno sociale in consistenza materiale, proponendo un modo diverso di guardare lo spazio pubblico come un asset della comunità.

Stiamo attraversando un momento culturale in cui è l’azione che fa la visione: è solo tramite azioni concrete che possiamo sviluppare una visione, recuperando un senso di fiducia verso i processi di rigenerazione.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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September 23, 2025
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Da rigenerazione a rigeneratività

Il concetto di rigenerazione ha caratterizzato, finora, l'aspetto più fisico dei processi di trasformazione urbana. Ma nel contesto delle città contemporanee, sempre più sottoposte a cambiamenti rapidi e profondi, “rigenerare” non basta più. È necessario attivare processi capaci di restituire valore duraturo ai territori, generando impatti positivi sul piano sociale, relazionale, ambientale ed economico.

Ma in cosa consiste la rigeneratività, e perché rappresenta il nuovo passo fondamentale da compiere per evolvere il concetto di trasformazione degli spazi?

Qual è la connessione tra questi due pensieri e cosa ci suggerisce per il nostro operare nel mondo costruito?

Ecco cinque parole utili a spiegare questo concetto.

Libertà

Non isolamento, ma connessione.

“Libertà” significa che, là dove un processo di rigenerazione risolve un problema fisico e di patrimonio, la rigeneratività risolve un altro tipo di problema, più diffuso: quello di riuscire a coltivare il capitale di connessione mentre ci si occupa degli spazi. Significa essere liberi di includere persone e ambiente costruito all’interno di logiche di beneficio comune.

Cura

Non basta fare «cose nuove» o ricercare funzioni. La generatività non genera e poi abbandona, ma custodisce e si prende cura.

Bisogna riconosce che isolare edifici e persone non produce alcun tipo di libertà, ma al contrario preclude la possibilità di instaurare incontri e connessioni di valore.

Responsabilità

Rigenerare in chiave generativa significa restituire più di quanto si è ricevuto.

La generatività è quindi un processo di rigenerazione complesso, che non si limita ai business plan e alle gare d’appalto: per questo parliamo di responsabilità.

Con questo termine facciamo riferimento all’attivazione di soggetti che, in maniera dinamica, si prendono cura del territorio oggetto del processo di rigenerazione: enti la cui responsabilità è quella di trasformare e al contempo custodire.

Relazione

La generatività non produce solo valore economico, ma anche sociale, relazionale e ambientale.

Significa riconoscere di trovarsi all’interno di una produttoria (e non una sommatoria) fatta di relazioni, in cui se manca un elemento il valore prodotto è pari a zero: l’obiettivo chiave condiviso è quello di generare contemporaneamente valore economico, sociale e ambientale sull’intero territorio.

Futuro

Le città generative non inseguono solo grandi masterplan, ma coltivano pratiche quotidiane, piccole azioni che germogliano in nuove possibilità di vita comune.

I masterplan sono il primo passo: poi sono le pratiche quotidiane, i piccoli interventi sul territorio, le agopunture che partono da bisogni concreti del territorio che fanno la differenza.

Da rigenerazione a rigeneratività

L’immobiliare deve essere principalmente una industria sociale con responsabilità economica, non viceversa.

Nella “società della conoscenza” i desideri e i bisogni della società aumentano, si articolano e cambiano rapidamente. Serve una progettazione circolare degli spazi: una visione dinamica, capace di riconoscere che anche gli spazi che vengono progettati oggi, potrebbero cambiare domani.

Oggi il significato di un’azione sociale si è diluito, poiché lo si utilizza prettamente con un’accezione negativa, in riferimento alle azioni rivolte alla fascia del disagio. Nella nostra visione, la rigeneratività è un approccio relazionale, improntato alla creazione di spazi sociali, imprese sociali, luoghi sociali, proprio a partire dai bisogni delle persone che abitano un territorio.

L’impatto nasce dalla collaborazione. Un settore pubblico svuotato di risorse e competenze e uno privato che segue logiche estrattive, insieme, rischiano di far degenerare i buoni propositi di dialogo pubblico-privato post PNRR. Occorre un nuovo framework di regole condiviso e trasparente. Uno spazio, una città, un territorio, non possono essere rigenerati se non c’è un dialogo alla base: la responsabilità deve essere condivisa da tutti gli stakeholder.

In questa concezione, la casa viene intesa come strumento per abitare, e lo spazio come un luogo che lo rende possibile. L’outcome di un progetto immobiliare non è quindi un building, quanto più un “pacchetto di vita”: una casa da abitare, un sistema efficiente di mobilità, dei servizi digitali integrati, una comunità coesa. Si tratta di progettare un “metro di vita” all'interno delle nostre città dove ciascuno può crescere e prosperare.

Condizioni per un’Agenda Urbana generativa

Quali sono gli spunti che possono rendere tutto questo possibile?

Ci sono tre conditio sine qua non, ovvero tre ostacoli senza di cui i processi rigenerativi non possono nascere.

1. Valori di carico delle aree urbane da rigenerare

Serve un’operazione di sistema per permettere alle Agenzie pubbliche del Paese di consentire una sostenibilità a progetti con funzioni “pazienti”.

2. Costo delle bonifiche

Attivare un fondo rotativo sulle bonifiche agevolerebbe un costo iniziale di difficile determinazione nelle fasi creative e imprenditive di un processo di rigenerazione urbana.

3. La rigidità degli strumenti urbanistici

La flessibilità iniziale all’utilizzo degli spazi diventa decisiva rispetto alla possibilità di sperimentare attrazioni, flussi e funzioni nuove.

SOTTOCASA: un esempio di esperienza generativa

Il progetto SOTTOCASA nasce da un ampio processo di collaborazione che coinvolge più di 20 realtà profit e non-profit operanti nel Municipio 6 di Milano, attive nei settori del verde urbano e della mobilità sostenibile.

A differenza dei tradizionali stakeholder, i soggetti coinvolti sono veri e propri community holder: realtà che partecipano in modo attivo alla realizzazione del progetto. Non si limitano a supportare l’iniziativa, ma mettono a disposizione il proprio know-how, le proprie risorse e il proprio radicamento territoriale per guidare il processo di rigenerazione.

SOTTOCASA è un esempio pratico di come la rigeneratività traduce l’impegno sociale in consistenza materiale, proponendo un modo diverso di guardare lo spazio pubblico come un asset della comunità.

Stiamo attraversando un momento culturale in cui è l’azione che fa la visione: è solo tramite azioni concrete che possiamo sviluppare una visione, recuperando un senso di fiducia verso i processi di rigenerazione.

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September 23, 2025
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