Da asset strategici con cui far fronte alla crescita esponenziale dell’e-commerce, alla loro trasformazione in attrattore primario, vera e propria àncora al pari di altre grandi superfici di vendita, le Food Court sono diventate anche “piazze” autonome che permettono accessi dagli orari dilatati, intercettando e trattenendo più a lungo le popolazioni che frequentano il centro, ed hanno via via aumentato il loro peso ed estensione per rispondere alle diverse tipologie di clienti che ne usufruiscono durante tutto il tempo di apertura. I loro layout si sono differenziati e ricomposti di conseguenza.
Il passaggio è allora dalla FoodCourt nella sua forma consolidata ad altre e diverse formule di consumo in un ampio ventaglio di soluzioni che si contagiano tra loro. Sempre più si fa spazio agli eventi, siano essi show cooking, performance o altro, che configurano le aree dedicate come vere e proprie Food Hall; le quali possono contaminarsi attingendo al concetto del mercato centrale, tipico per esempio dei paesi nordici, e proporsi come Food Market Hall, con una segmentazione dell’offerta che trasforma l’immagine complessiva degli spazi con combinazioni di chioschi, bar e altri punti di somministrazione dal taglio medio minore mescolati a un menù flessibile di spazi seduta non dedicati, particolarmente curati nel comfort e nelle diverse tipologie per calibrare i rapporti di prossimità e i diversi gradi di intimità o di socializzazione allargata.
L’ibridazione tra vendita prodotti e somministrazione (in un rapporto che può essere, a titolo d’esempio, rispettivamente dell’ 80% e 20%) guida il concept del Supermercato 4.0, formato che può anche affiancarsi a Food Court sottodimensionate offrendo sedute aggiuntive per il consumo e allo stesso tempo occasioni d’acquisto su più ampi set merceologici.
Comprese le possibilità d’uso collaterale dello spazio, rivolto non solo al cibo ma anche all’incontro, al relax, al gioco e perfino al lavoro. In Italia è sempre più comune un utilizzo oltre i tipici orari di pranzo e cena che si diffonde in attività di studio e coworking. Ed è un fenomeno che instaura un trend positivo perché genera vitalità e quindi attrattività di cui beneficiano anche i negozi circostanti, più frequentati, e produce valore aggiunto economico e sociale insieme, poiché dà forma a luoghi vibranti che uniscono piacere e produttività.