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Salone del mobile e business developer

Data Centers of the future are here

Un destino comune
20/4/2021
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Cosa unisce il Salone del Mobile e il Business Developer? La necessità di evolvere. Il Salone verso una dinamica relazionale senza filtri – meno accessori o comunicazione “imposta”, più autenticità e opportunità di incontrare gli imprenditori. Il Business Developer verso una logica di team, dove a essere premiato è lo sforzo corale.

Juri Franzosi, nuovo direttore generale di Lombardini22, lo racconta a Pambianco Design Magazine. Ne abbiamo estratto una sintesi dagli articoli pubblicati sul numero di maggio per proporre una visione che, in entrambi i casi, rimette in relazione lo “strumento” con la comunità di appartenenza.

Nel primo articolo intitolato ‘Necessario, identitario, strategico. II Salone del Mobile per architetti e designer’ Juri si focalizza sul legame imprescindibile col territorio. La storia infatti fa riflettere sul fatto che la dinamica della fiera nasce come indissolubilmente legata all’esperienza della città. Oggi si cercano dei meta-luoghi per creare delle business community lontano dai centri urbani, ma ciò rischia di trasformare il valore prodotto in qualcosa di impoverito, a cui manca identità… e se manca la comunità, non esiste alcuna sua proiezione, nemmeno online.

Eppure un futuro florido per le fiere potrebbe esistere, ma come? Andando alla sostanza. La fiera deve essere un momento di opportunità, altrimenti non ha senso. Devo potermi interfacciare con l’imprenditore, con chi guida l’azienda. Non servono cataloghi, non servono spazi enormi. Serve l’entusiasmo generato dalla storia di una azienda che a sua volta crea curiosità e business.

Nel secondo articolo intitolato ‘Manager di successo, anche in architettura. È caccia ai business developer’ Juri delinea l’approccio di Lombardini22 rispetto a questo nuovo ruolo partendo da un’evidenza strutturale: il passaggio complesso da una organizzazione legata ai soci ad una gestione aziendale in cui viene individuata una figura professionale che genera business.

“Decidere di cedere o condividere determinate relazioni, capaci di sfociare in collaborazioni commerciali, e quindi vendite, è un tema delicato. Non stiamo parlando di una realtà che vende prodotti di largo consumo, con volumi di determinate cifre, ma di un servizio avanzato a cui si lega il tema della fiducia interpersonale creata tra committenza e produttore”, afferma Juri. “Da noi il tema della squadra è fondamentale. Fin da subito si è deciso di non lavorare secondo meccanismi premiali automatici, poiché giocare in squadra - e soprattutto per la squadra - vuol dire assumersi il rischio di stare sul mercato senza stabilire dinamiche retributive individuali, ma puntando a portare beneficio e favorire lo sforzo corale.”

Nella funzione del business developer deve quindi maturare una certa consapevolezza, e capire che deve operare all'interno di un contesto, un team, senza il quale gli eventuali successi individuali raggiunti non potrebbero essere possibili.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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April 20, 2021
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Salone del mobile e business developer

Cosa unisce il Salone del Mobile e il Business Developer? La necessità di evolvere. Il Salone verso una dinamica relazionale senza filtri – meno accessori o comunicazione “imposta”, più autenticità e opportunità di incontrare gli imprenditori. Il Business Developer verso una logica di team, dove a essere premiato è lo sforzo corale.

Juri Franzosi, nuovo direttore generale di Lombardini22, lo racconta a Pambianco Design Magazine. Ne abbiamo estratto una sintesi dagli articoli pubblicati sul numero di maggio per proporre una visione che, in entrambi i casi, rimette in relazione lo “strumento” con la comunità di appartenenza.

Nel primo articolo intitolato ‘Necessario, identitario, strategico. II Salone del Mobile per architetti e designer’ Juri si focalizza sul legame imprescindibile col territorio. La storia infatti fa riflettere sul fatto che la dinamica della fiera nasce come indissolubilmente legata all’esperienza della città. Oggi si cercano dei meta-luoghi per creare delle business community lontano dai centri urbani, ma ciò rischia di trasformare il valore prodotto in qualcosa di impoverito, a cui manca identità… e se manca la comunità, non esiste alcuna sua proiezione, nemmeno online.

Eppure un futuro florido per le fiere potrebbe esistere, ma come? Andando alla sostanza. La fiera deve essere un momento di opportunità, altrimenti non ha senso. Devo potermi interfacciare con l’imprenditore, con chi guida l’azienda. Non servono cataloghi, non servono spazi enormi. Serve l’entusiasmo generato dalla storia di una azienda che a sua volta crea curiosità e business.

Nel secondo articolo intitolato ‘Manager di successo, anche in architettura. È caccia ai business developer’ Juri delinea l’approccio di Lombardini22 rispetto a questo nuovo ruolo partendo da un’evidenza strutturale: il passaggio complesso da una organizzazione legata ai soci ad una gestione aziendale in cui viene individuata una figura professionale che genera business.

“Decidere di cedere o condividere determinate relazioni, capaci di sfociare in collaborazioni commerciali, e quindi vendite, è un tema delicato. Non stiamo parlando di una realtà che vende prodotti di largo consumo, con volumi di determinate cifre, ma di un servizio avanzato a cui si lega il tema della fiducia interpersonale creata tra committenza e produttore”, afferma Juri. “Da noi il tema della squadra è fondamentale. Fin da subito si è deciso di non lavorare secondo meccanismi premiali automatici, poiché giocare in squadra - e soprattutto per la squadra - vuol dire assumersi il rischio di stare sul mercato senza stabilire dinamiche retributive individuali, ma puntando a portare beneficio e favorire lo sforzo corale.”

Nella funzione del business developer deve quindi maturare una certa consapevolezza, e capire che deve operare all'interno di un contesto, un team, senza il quale gli eventuali successi individuali raggiunti non potrebbero essere possibili.

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April 20, 2021
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