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La crisi rischia di causare una decimazione di PMI. Come quella della recessione 2008-2015?

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È importante salvaguardare il futuro delle startup
31/3/2020
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La domanda (insidiosa) può essere formulata così: a causa della crisi del coronavirus assisteremo a una nuova decimazione di piccole e medie imprese larga quanto quella che abbiamo subito nella Grande Recessione 2008-2015?


La risposta non è facile di questi tempi nei quali è importante restare immunodifesi ma è molto probabile che vada in onda un replay della chiusura di migliaia di piccole aziende. Purtroppo congiurano in questa direzione almeno un paio di cause:

a) l’alta età media dei piccoli imprenditori che rende più facile una loro uscita dal mercato se non altro per non doversi imbarcare in salvataggi senza speranza;
b) il valore aggiunto ancora troppo basso di molte produzioni delle Pmi, che sicuramente non sfornano più quei prodotti che si fanno solo in Cina (dalle mollette per la biancheria agli ombrelli) ma che non hanno realizzato quell’upgrade di qualità che sarebbe stato necessario per porre la propria attività sopra la soglia del rischio.

Dunque una selezione ci sarà - e non elenco i motivi contingenti che la rendo probabile perché li trovate ampiamente descritti nei giornali di questi giorni - si tratta a questo punto di guidarla per evitare di subirla solamente.


Ad esempio sarebbe grave se insieme agli over70 uscissero dal mercato quei giovani che a vario titolo, artigianato o start up innovative, hanno intrapreso in questi anni percorsi imprenditoriali. Sarebbe da evitare che chiudessero aziende che potrebbero far fronte all’ondata negativa con un’opportuna strategia di rete, mettendo insieme o tutta l’impresa o alcune porzioni di essa.

Andrebbe anche evitato che nella baraonda scendesse quel tasso di imprenditorialità delle comunità straniere che assolve a compiti più generale di integrazione culturale e civica. Infine il sistema bancario più di altri potrebbe guidare una grande operazione di aggregazione delle Pmi, approfittare - non mi viene un termine migliore - di queste a circostanza per rendere più robusta la taglia delle nostre Pmi e creare così le condizioni perché al loro interno affluisca capitale umano nuovo.

L’agenda, dunque, è ricca. Serve il piglio giusto per affrontarla.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

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March 31, 2020
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March 31, 2020

La crisi rischia di causare una decimazione di PMI. Come quella della recessione 2008-2015?

La domanda (insidiosa) può essere formulata così: a causa della crisi del coronavirus assisteremo a una nuova decimazione di piccole e medie imprese larga quanto quella che abbiamo subito nella Grande Recessione 2008-2015?


La risposta non è facile di questi tempi nei quali è importante restare immunodifesi ma è molto probabile che vada in onda un replay della chiusura di migliaia di piccole aziende. Purtroppo congiurano in questa direzione almeno un paio di cause:

a) l’alta età media dei piccoli imprenditori che rende più facile una loro uscita dal mercato se non altro per non doversi imbarcare in salvataggi senza speranza;
b) il valore aggiunto ancora troppo basso di molte produzioni delle Pmi, che sicuramente non sfornano più quei prodotti che si fanno solo in Cina (dalle mollette per la biancheria agli ombrelli) ma che non hanno realizzato quell’upgrade di qualità che sarebbe stato necessario per porre la propria attività sopra la soglia del rischio.

Dunque una selezione ci sarà - e non elenco i motivi contingenti che la rendo probabile perché li trovate ampiamente descritti nei giornali di questi giorni - si tratta a questo punto di guidarla per evitare di subirla solamente.


Ad esempio sarebbe grave se insieme agli over70 uscissero dal mercato quei giovani che a vario titolo, artigianato o start up innovative, hanno intrapreso in questi anni percorsi imprenditoriali. Sarebbe da evitare che chiudessero aziende che potrebbero far fronte all’ondata negativa con un’opportuna strategia di rete, mettendo insieme o tutta l’impresa o alcune porzioni di essa.

Andrebbe anche evitato che nella baraonda scendesse quel tasso di imprenditorialità delle comunità straniere che assolve a compiti più generale di integrazione culturale e civica. Infine il sistema bancario più di altri potrebbe guidare una grande operazione di aggregazione delle Pmi, approfittare - non mi viene un termine migliore - di queste a circostanza per rendere più robusta la taglia delle nostre Pmi e creare così le condizioni perché al loro interno affluisca capitale umano nuovo.

L’agenda, dunque, è ricca. Serve il piglio giusto per affrontarla.

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March 31, 2020
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