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L’architettura che crea valore

Data Centers of the future are here

Come innovare la riqualificazione e la gestione immobiliare
27/10/2017
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I contenuti di seguito esposti sono stati trattati durante l’evento “L’architettura che crea valore. Light and deep renovation” condotto da Marco Amosso, Partner Lombardini22 e Director L22 Urban & Building, con la partecipazione di Mario Abbadessa, Managing Director & Country Manager Hines Italy e Michelangelo Berton, CEO Società Immobiliari e Responsabile della Direzione e del Coordinamento del Patrimonio Immobiliare Gruppo Banca Sella.

La buona architettura guarda a valori etici, sociali, ambientali ed economici, al micro dei dettagli e al macro della città e delle persone che vi transitano, vi lavorano e vi abitano. Perché un edificio ben congegnato sa fare da innesco di bellezza e qualità, e riesce a trascinare l’intorno in una dinamica positiva.

L’architettura è l’espressione del tempo in cui viviamo, è l’espressione più visibile della contemporaneità. Lo è sempre stata, ha sempre dato forma al tempo storico e alla visione a esso sottesa.

L’architettura è la forma di una visione per la trasformazione di un paese. Dalle città, dagli spazi collettivi, dagli edifici pubblici, dalle infrastrutture, dai paesaggi, traspare sempre la vera natura di un’epoca e della sua società, delle istanze e dei valori che la guidano. L’architettura è un bene comune, essa dà forma al territorio in cui si svolge la vita di tutti i cittadini. Se manca una visione per l’architettura, manca una visione per la costruzione di quel terreno collettivo e condiviso che costituisce lo sfondo delle nostre vite.

Innalzare la qualità dell’ambiente costruito significa migliorare la qualità della vita delle persone. Questo si può fare solo assegnando al progetto un ruolo centrale nei processi di trasformazione del territorio. Un vero processo riformatore, a tutti i livelli, urbanistico e architettonico, non può eludere la questione della narrazione e della rappresentazione del proprio tempo. La stessa terminologia standard – light e deep renovation – assume nuove connotazioni nell’evoluzione della città e della progettazione (e del modo di pensare a esse). Il progetto deve sempre più essere rispettoso, attento, in ascolto delle persone e delle complesse dinamiche del contemporaneo.
E, allo stesso tempo, stimolante, appassionato, portatore del nuovo.

Funzioni ibride in un’architettura di qualità

Come intervenire quindi su patrimonio dell’architettura storica, ma anche moderna e contemporanea è oggetto di dibattito su tutti i fronti: materico, prestazionale, tecnologico, funzionale. Perché intervenire sul costruito è sempre di notevole complessità. E spesso, in nome del retrofit energetico e di una più generica ispirazione all’innovazione e alla riqualificazione, si sono fatti errori e brutture, con il bene placito di clienti e committenti. Il recupero del costruito dovrebbe avvenire in una relazione equilibrata con lo scenario urbano complessivo.

Sono più che convinto che la buona architettura sia nei dettagli, nel curare temi spesso secondari, nell’armonia del tutto, nella regola del contrappasso perché anche un contrasto, se ben congegnato e intellegibile, aiuta a creare una sintassi, aiuta a leggere lo spazio, dando una gerarchia chiara di forme ed elementi.

Non parliamo mai di capolavori, ma di architettura del quotidiano: questa, quando ben fatta crea una sensazione di qualità ancor maggiore dell’opera straordinaria, isolata. È su questo che siamo moralmente chiamati a esprimerci ogni giorno.



Continua a leggere il Position Paper
 su Medium o scarica la versione PDF

*Guarda il video dell'evento e le foto su Flickr*

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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October 27, 2017

L’architettura che crea valore

I contenuti di seguito esposti sono stati trattati durante l’evento “L’architettura che crea valore. Light and deep renovation” condotto da Marco Amosso, Partner Lombardini22 e Director L22 Urban & Building, con la partecipazione di Mario Abbadessa, Managing Director & Country Manager Hines Italy e Michelangelo Berton, CEO Società Immobiliari e Responsabile della Direzione e del Coordinamento del Patrimonio Immobiliare Gruppo Banca Sella.

La buona architettura guarda a valori etici, sociali, ambientali ed economici, al micro dei dettagli e al macro della città e delle persone che vi transitano, vi lavorano e vi abitano. Perché un edificio ben congegnato sa fare da innesco di bellezza e qualità, e riesce a trascinare l’intorno in una dinamica positiva.

L’architettura è l’espressione del tempo in cui viviamo, è l’espressione più visibile della contemporaneità. Lo è sempre stata, ha sempre dato forma al tempo storico e alla visione a esso sottesa.

L’architettura è la forma di una visione per la trasformazione di un paese. Dalle città, dagli spazi collettivi, dagli edifici pubblici, dalle infrastrutture, dai paesaggi, traspare sempre la vera natura di un’epoca e della sua società, delle istanze e dei valori che la guidano. L’architettura è un bene comune, essa dà forma al territorio in cui si svolge la vita di tutti i cittadini. Se manca una visione per l’architettura, manca una visione per la costruzione di quel terreno collettivo e condiviso che costituisce lo sfondo delle nostre vite.

Innalzare la qualità dell’ambiente costruito significa migliorare la qualità della vita delle persone. Questo si può fare solo assegnando al progetto un ruolo centrale nei processi di trasformazione del territorio. Un vero processo riformatore, a tutti i livelli, urbanistico e architettonico, non può eludere la questione della narrazione e della rappresentazione del proprio tempo. La stessa terminologia standard – light e deep renovation – assume nuove connotazioni nell’evoluzione della città e della progettazione (e del modo di pensare a esse). Il progetto deve sempre più essere rispettoso, attento, in ascolto delle persone e delle complesse dinamiche del contemporaneo.
E, allo stesso tempo, stimolante, appassionato, portatore del nuovo.

Funzioni ibride in un’architettura di qualità

Come intervenire quindi su patrimonio dell’architettura storica, ma anche moderna e contemporanea è oggetto di dibattito su tutti i fronti: materico, prestazionale, tecnologico, funzionale. Perché intervenire sul costruito è sempre di notevole complessità. E spesso, in nome del retrofit energetico e di una più generica ispirazione all’innovazione e alla riqualificazione, si sono fatti errori e brutture, con il bene placito di clienti e committenti. Il recupero del costruito dovrebbe avvenire in una relazione equilibrata con lo scenario urbano complessivo.

Sono più che convinto che la buona architettura sia nei dettagli, nel curare temi spesso secondari, nell’armonia del tutto, nella regola del contrappasso perché anche un contrasto, se ben congegnato e intellegibile, aiuta a creare una sintassi, aiuta a leggere lo spazio, dando una gerarchia chiara di forme ed elementi.

Non parliamo mai di capolavori, ma di architettura del quotidiano: questa, quando ben fatta crea una sensazione di qualità ancor maggiore dell’opera straordinaria, isolata. È su questo che siamo moralmente chiamati a esprimerci ogni giorno.



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