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Quando la fotografia incontra la scienza
5/3/2023
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La macchina fotografica, oltre che essere strumento artistico o reportistico, può avere delle applicazioni scientifiche, anche molto spinte.

In entrambi i casi il fine è conoscere o descrivere la realtà che stiamo vedendo, da un punto di vista nuovo, a volte inedito, che in modo diretto o indiretto veicola un messaggio che il fotografo vuole trasmettere.

Infatti, sia quando si fa un ritratto ad una persona amata, sia quando si scatta per produrre un report fotografico, la mano di chi è dietro la camera, nel bene e nel male, si fa notare.

Potrei descrivere così il mio primo approccio alla fotogrammetria, e ai rilievi digitali in genere. Potrei parlarvene come applicazione che nasce dalla mia passione per la fotografia, ma non sarebbe del tutto vero, o meglio, lo sarebbe soltanto in parte. Sette anni fa, mentre ero all’università, il mio gruppo di ingegneri edili-architetti to-be ed io ci trovammo a dover eseguire il nostro primo progetto di restauro conservativo per l’esame di restauro architettonico e avemmo la brillante idea di scegliere come oggetto dell’esercizio una porta medievale.

La porta, a fornice singolo con stipiti in bugnato e con due grandi torrioni semicircolari, era bellissima, chiariamoci. Ma la muratura a sezione variabile in pianta e alzato, i crolli parziali degli orizzontamenti interni, i tentativi di recupero e il fatto di essere uno dei principali accessi carrabili alla città di Narni, nella mia amata Umbria, sicuramente non erano d’aiuto a noi poveri studenti per affrontarne il progetto. Infatti iniziarono subito i primi problemi legati al rilievo. Raddrizzamento prospettico, poligonale chiusa, filo a piombo, disto laser erano termini di cui perdevo sempre più fiducia, giorno dopo giorno, tanto che iniziai a pensare che il salto d’appello non sarebbe stato poi così male come sport.

Da qui partirono le prime ricerche per approcciare modi nuovi di studiare un organismo edilizio, sperimentando con la fotogrammetria digitale e i modelli 3D fotogrammetrici. Nonostante lo scetticismo dei professori, noi insistemmo e stringemmo i denti per portare avanti le nostre metodologie, che cercammo di rafforzare sempre di più con studi di letteratura e test.

Più eravamo motivati, insistenti e convinti di quello che facevamo, più le revisioni di restauro diventavano duelli all’ultimo sangue, e il 18 si trasformava man mano in un sogno. Noncurante, reagii comprando il mio primo drone per risolvere il problema delle foto dall’alto, la mia prima stampante 3D per stampare i modelli e, con il tempo, una nuova camera insieme a nuovi obiettivi.

Il mio entusiasmo per i rilievi digitali, quindi, nasce da un mix tra necessità e voglia di fare le cose nel miglior modo possibile, magari guadagnandoci anche in tempo, e con il sorriso in volto.

Questa è la mia personale idea di passione per l’innovazione, che parte dalla consapevolezza che i principi e le nozioni di base devono essere studiati e ben compresi, ma applicati con i più opportuni strumenti che il nostro tempo ci mette a disposizione, for the sake of progress.

Negli anni successivi, e ancora oggi, non ho mai perso la voglia conoscere e misurare il mondo oltre ciò che l’occhio ci aiuta ad intuire.  Invito tutti i miei colleghi a passare dal mio desk per fare qualche chiacchiera anche su laser scanner, Digital Image Correlation e fotogrammetria infrarosso, magari ci viene in mente qualcosa di nuovo da provare!

Ah. Alla fine i prof li convinsi e la lode in restauro la presi.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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Written By
Marco Angelosanti

Sono ingegnere e ricercatore, fresco di PhD in ingegneria dell'architettura e dell'urbanistica. Da sempre cerco di trasformare le mie passioni in ricerca e professione, recependo e integrando tra loro le varie innovazioni digitali. Lavoro tra BIM, GIS e Digital Survey per alzare il livello qualitativo del nostro lavoro di progettisti, ma semplificandoci la vita.

March 5, 2023
Addirittura
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March 5, 2023

For the sake of progress

La macchina fotografica, oltre che essere strumento artistico o reportistico, può avere delle applicazioni scientifiche, anche molto spinte.

In entrambi i casi il fine è conoscere o descrivere la realtà che stiamo vedendo, da un punto di vista nuovo, a volte inedito, che in modo diretto o indiretto veicola un messaggio che il fotografo vuole trasmettere.

Infatti, sia quando si fa un ritratto ad una persona amata, sia quando si scatta per produrre un report fotografico, la mano di chi è dietro la camera, nel bene e nel male, si fa notare.

Potrei descrivere così il mio primo approccio alla fotogrammetria, e ai rilievi digitali in genere. Potrei parlarvene come applicazione che nasce dalla mia passione per la fotografia, ma non sarebbe del tutto vero, o meglio, lo sarebbe soltanto in parte. Sette anni fa, mentre ero all’università, il mio gruppo di ingegneri edili-architetti to-be ed io ci trovammo a dover eseguire il nostro primo progetto di restauro conservativo per l’esame di restauro architettonico e avemmo la brillante idea di scegliere come oggetto dell’esercizio una porta medievale.

La porta, a fornice singolo con stipiti in bugnato e con due grandi torrioni semicircolari, era bellissima, chiariamoci. Ma la muratura a sezione variabile in pianta e alzato, i crolli parziali degli orizzontamenti interni, i tentativi di recupero e il fatto di essere uno dei principali accessi carrabili alla città di Narni, nella mia amata Umbria, sicuramente non erano d’aiuto a noi poveri studenti per affrontarne il progetto. Infatti iniziarono subito i primi problemi legati al rilievo. Raddrizzamento prospettico, poligonale chiusa, filo a piombo, disto laser erano termini di cui perdevo sempre più fiducia, giorno dopo giorno, tanto che iniziai a pensare che il salto d’appello non sarebbe stato poi così male come sport.

Da qui partirono le prime ricerche per approcciare modi nuovi di studiare un organismo edilizio, sperimentando con la fotogrammetria digitale e i modelli 3D fotogrammetrici. Nonostante lo scetticismo dei professori, noi insistemmo e stringemmo i denti per portare avanti le nostre metodologie, che cercammo di rafforzare sempre di più con studi di letteratura e test.

Più eravamo motivati, insistenti e convinti di quello che facevamo, più le revisioni di restauro diventavano duelli all’ultimo sangue, e il 18 si trasformava man mano in un sogno. Noncurante, reagii comprando il mio primo drone per risolvere il problema delle foto dall’alto, la mia prima stampante 3D per stampare i modelli e, con il tempo, una nuova camera insieme a nuovi obiettivi.

Il mio entusiasmo per i rilievi digitali, quindi, nasce da un mix tra necessità e voglia di fare le cose nel miglior modo possibile, magari guadagnandoci anche in tempo, e con il sorriso in volto.

Questa è la mia personale idea di passione per l’innovazione, che parte dalla consapevolezza che i principi e le nozioni di base devono essere studiati e ben compresi, ma applicati con i più opportuni strumenti che il nostro tempo ci mette a disposizione, for the sake of progress.

Negli anni successivi, e ancora oggi, non ho mai perso la voglia conoscere e misurare il mondo oltre ciò che l’occhio ci aiuta ad intuire.  Invito tutti i miei colleghi a passare dal mio desk per fare qualche chiacchiera anche su laser scanner, Digital Image Correlation e fotogrammetria infrarosso, magari ci viene in mente qualcosa di nuovo da provare!

Ah. Alla fine i prof li convinsi e la lode in restauro la presi.

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March 5, 2023
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