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Urban Thinking

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Smart City è un nuovo modo di stare insieme
28/9/2017
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Un pensiero aperto e aggiornato sulla città è essenziale. È uno spartito su cui confrontarsi, su cui dialogare e, a volte, anche improvvisare. 

Aiuta a tenere la barra dritta sui temi sostanziali e a cambiare direzione se necessario, per rimanere allineati ai bisogni reali, agli obiettivi strategici. I progetti urbanistici e architettonici sono parte cardinale di questo modo di lavorare: aiutano a generare una riflessione integrata sulla città, che vive, trasforma, accoglie, protegge, cresce grazie a tanti interventi grandi e piccoli, talvolta governati, spesso spontanei.

La visione della città non può che essere collettiva e orizzontale. Cultura, salute, mobilità, accoglienza, invecchiamento, giovani, internazionalità, aziende, professioni. Tutti tasselli di un quadro ampio, variegato, inclusivo, per una città che sappia continuare a immaginare il proprio futuro, a lungo termine. 

Una città che riconosca l’importanza delle sue periferie, e sia in grado di creare ponti che le saldino al centro: il rapido sviluppo urbanistico ha avuto il merito della continuità nella diversità, ma è ora necessario pensare oltre i propri confini per superare la dicotomia centro/periferia e pensare a un grande territorio, servito, valorizzato nei suoi punti di forza e completamente connesso.

Milano è anche lo scenario ideale per mettere a fuoco la strategia del temporaneo, che potremmo definire - citando un urbanista - come l’esplorazione delle possibilità. Una strategia di sviluppo che sposta il focus dall’orizzonte definitivo a quello temporale. Ed è una potenziale risposta a domande che non conosciamo ancora. Un modo per testare nuove frontiere di crescita e generare benessere. Non vincola ma genera dinamicità nella città. In periodi breve valuta l’effettiva utilità dell’attività per il territorio, la adatta alle necessità, di modo che rimanga funzionale e soddisfacente per le necessità.

Milano è da tempo un laboratorio di esperienze di dialogo e collaborazione fra pubblico e privato. Una relazione che fa la differenza, che ha generato un processo di natura frattale dove il pubblico, con l’aiuto dei privati, è regia e definisce le regole di sviluppo, realizza infrastrutture e offre strumenti, lasciando libertà a iniziative multi dimensionali e multi esperienziali.

Viviamo così un momento magico, che dura da tempo. Cosa possiamo fare per contribuire allo sviluppo di questo processo virtuoso? Quali sono le sfide che ci attendono? Che ruolo ci aspettiamo dalle istituzioni, dai privati e dai corpi che stanno a metà? Su che risorse possiamo contare, quali possiamo condividere, quali possiamo creare? Come possiamo generare valore?

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September 28, 2017
Redazionale
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September 28, 2017

Urban Thinking

Un pensiero aperto e aggiornato sulla città è essenziale. È uno spartito su cui confrontarsi, su cui dialogare e, a volte, anche improvvisare. 

Aiuta a tenere la barra dritta sui temi sostanziali e a cambiare direzione se necessario, per rimanere allineati ai bisogni reali, agli obiettivi strategici. I progetti urbanistici e architettonici sono parte cardinale di questo modo di lavorare: aiutano a generare una riflessione integrata sulla città, che vive, trasforma, accoglie, protegge, cresce grazie a tanti interventi grandi e piccoli, talvolta governati, spesso spontanei.

La visione della città non può che essere collettiva e orizzontale. Cultura, salute, mobilità, accoglienza, invecchiamento, giovani, internazionalità, aziende, professioni. Tutti tasselli di un quadro ampio, variegato, inclusivo, per una città che sappia continuare a immaginare il proprio futuro, a lungo termine. 

Una città che riconosca l’importanza delle sue periferie, e sia in grado di creare ponti che le saldino al centro: il rapido sviluppo urbanistico ha avuto il merito della continuità nella diversità, ma è ora necessario pensare oltre i propri confini per superare la dicotomia centro/periferia e pensare a un grande territorio, servito, valorizzato nei suoi punti di forza e completamente connesso.

Milano è anche lo scenario ideale per mettere a fuoco la strategia del temporaneo, che potremmo definire - citando un urbanista - come l’esplorazione delle possibilità. Una strategia di sviluppo che sposta il focus dall’orizzonte definitivo a quello temporale. Ed è una potenziale risposta a domande che non conosciamo ancora. Un modo per testare nuove frontiere di crescita e generare benessere. Non vincola ma genera dinamicità nella città. In periodi breve valuta l’effettiva utilità dell’attività per il territorio, la adatta alle necessità, di modo che rimanga funzionale e soddisfacente per le necessità.

Milano è da tempo un laboratorio di esperienze di dialogo e collaborazione fra pubblico e privato. Una relazione che fa la differenza, che ha generato un processo di natura frattale dove il pubblico, con l’aiuto dei privati, è regia e definisce le regole di sviluppo, realizza infrastrutture e offre strumenti, lasciando libertà a iniziative multi dimensionali e multi esperienziali.

Viviamo così un momento magico, che dura da tempo. Cosa possiamo fare per contribuire allo sviluppo di questo processo virtuoso? Quali sono le sfide che ci attendono? Che ruolo ci aspettiamo dalle istituzioni, dai privati e dai corpi che stanno a metà? Su che risorse possiamo contare, quali possiamo condividere, quali possiamo creare? Come possiamo generare valore?

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September 28, 2017
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