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Data Centers of the future are here

La dimensione urbana del retail
18/6/2018
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Modera:

Adolfo Suarez, Partner e Director L22 Retail

Intervengono:

Vilma Scarpino, Amministratore delegato e socia di Doxa Spa

Massimo Moretti, Presidente CNCC – Consiglio Nazionale Centri Commerciali

Decostruire vecchi format e progettarne di nuovi, integrati con la città e con la sua linfa vitale, essere un attivo condensatore sociale e fare delle città “retail destination” attrattive: è la sfida del retail contemporaneo di fronte ai nuovi scenari urbani.

Oggi sappiamo che i centri commerciali che perseverano in vecchie formule – generaliste, per esempio, e centrate sull’àncora del supermercato – sono destinati all’insuccesso. Le nuove formule che stanno emergendo nei centri di nuova generazione vedono in piena espansione altri ambiti, e i centri esistenti si stanno trasformando. Da qualche anno sui “tavoli da disegno” dei progettisti (se così si può dire) passano prevalentemente ristrutturazioni e/o ampliamenti legati alla riduzione dei supermercati e alla conseguente estensione di Food Hall e aree di intrattenimento: il Food sta raggiungendo mediamente il 25/35% della superficie; il Leisure (cinematografi, FEC, bowling ecc.) intorno al 25/30%; sta crescendo sempre più la parte dei Servizi (postali, farmacie, ambulatori, dentisti e, in un vicino futuro, studi professionali e anche, molto prevedibilmente, luoghi di culto e così via); le aree destinate al puro shopping subiscono una conseguente flessione. L’ultimo Mapic di Cannes, in questo senso, è stato una cartina di tornasole: lo shopping non è più il dominatore.

Cosa significa? Che il “centro commerciale”, così come lo abbiamo conosciuto finora, non esiste più e si sta trasformando sempre più in esperienza (tanto che si potrebbe anche pensare di cambiarne la definizione): 

“I centri commerciali (che non vorrei chiamare più cosi in futuro, mi sembra un nome superato) o meglio i Life Style Centers possono essere le nuove piazze, capaci di rivitalizzare e cucire settori di città: luoghi belli, puliti e sicuri dove ci si incontra, si fanno esperienze e si decide di passare del tempo”. Così afferma Massimo Moretti, Presidente CNCC.

Sembra, quindi, che stia recuperando la dimensione del luogo (della vicinanza, della relazione, della qualità ‘atmosferica’ aldilà del puro acquisto), riducendo in questo modo quella distanza che lo ha separato, nell’immaginario comune, dalla città. 

“Alcune grandi città metropolitane (Londra su tutte) stanno riprogettando le proprie stazioni (ferroviarie e metropolitane), per aiutare il flusso dei pendolari-compratori che acquistano online ogni genere di bene durante il viaggio di andata, la mattina presto, e ritirano la merce prima del viaggio di ritorno, nel tardo pomeriggio. In questo caso, l'esperienza di acquisto si fonde con la mobilità e impone nuovi riferimenti: accessibilità, sostenibilità, personalizzazione estrema”
Così riporta Vilma Scarpino, che proseguendo su Milano dice: “A Milano sono sempre più numerosi i single che sfruttano l'efficienza dei servizi di consegna a domicilio, come Amazon Prime Now, che garantisce la delivery in un’ora (oppure in fasce orarie prestabilire) di tutto quello che si può acquistare in un supermercato. Sempre a Milano, CityLife conferma la necessità di integrare lo shopping con un’esperienza di acquisto che sfoci nel ludico (parco pubblico, ampia scelta di ristoranti) e nel culturale (multisala)”.

Integrando diversi livelli di esperienza, il centro commerciale (se così vogliamo continuare a chiamarlo) deve diventare un condensatore sociale che assomigli sempre di più alla città stessa, fino a coincidere con essa. Rispondendo così a un fenomeno complesso: declino del “puro shopping”, impatto del commercio elettronico, problemi di localizzazione e dei bacini di utenza, necessità di armonizzare interessi commerciali ed edilizi (ed altro ancora). Emerge un doppio movimento: i grandi contenitori (più o meno suburbani) diventano sempre più complessi a livello funzionale e sociale; i nuovi sistemi retail (urbani) diventano veri e propri “pezzi di città”, cercando la massima porosità e permeabilità con il tessuto urbano circostante; mentre in tutti i casi si lasciano attraversare da nuove forme di comportamento.

Come agire di fronte a questo nuovo scenario? È questa la domanda centrale che poniamo ai nostri ospiti: Vilma Scarpino e Massimo Moretti. Con loro cercheremo di indagare le nuove prospettive del Retail e del rapporto che riuscirà a costruire con la città nel prossimo futuro.

I relatori

Vilma Scarpino. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, è Amministratore delegato e socia di Doxa Spa, prima società a capitale italiano di ricerche di mercato per dimensioni e fatturato. Presidente e coordinatore delle società del Gruppo Doxa, DoxaPharma e Connexia, nel corso della sua esperienza in Doxa ha progettato, realizzato, coordinato e supervisionato indagini di carattere sociale per il settore pubblico (ricerche sociali) e privato (ricerche di mercato) a livello nazionale e internazionale, grandi indagini quantitative su campioni nazionali di elevate dimensioni, indagini di customer satisfaction. Ha tenuto lezioni presso le Università di Trento, di Urbino e Cattolica di Milano ed è autrice di articoli per riviste di settore sul tema dell’intercultura. È stata Presidente del network mondiale Win – The Worldwide Independent Network of Market Research e Past President di WIN/Gallup International Association (2016- 2017), è Membro del consiglio direttivo (dal 2006) e del comitato di qualità di Assirm (associazione di categoria) e Socio Esomar.

Massimo Moretti. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano nel 1994, con laurea firmata da Mario Monti, dal 1 luglio 2014 ricopre la carica di Presidente del CNCC – Consiglio Nazionale Centri Commerciali – e da dicembre 2017 lavora presso CDS Holding S.p.A., dove ricopre la carica di General Manager. In precedenza è stato per dieci anni Direttore Portafoglio Retail di Beni Stabili Siiq S.p.A., società nella quale ha fatto ingresso nel 2008. Fra le altre precedenti esperienze professionali ha ricoperto la funzione di Responsabile Asset Management Retail in Aedes ed ha avuto per dieci anni responsabilità di gestione, commercializzazione e sviluppo nella Direzione Immobiliare di Carrefour Italia.

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June 18, 2018
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June 18, 2018

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Adolfo Suarez, Partner e Director L22 Retail

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Vilma Scarpino, Amministratore delegato e socia di Doxa Spa

Massimo Moretti, Presidente CNCC – Consiglio Nazionale Centri Commerciali

Decostruire vecchi format e progettarne di nuovi, integrati con la città e con la sua linfa vitale, essere un attivo condensatore sociale e fare delle città “retail destination” attrattive: è la sfida del retail contemporaneo di fronte ai nuovi scenari urbani.

Oggi sappiamo che i centri commerciali che perseverano in vecchie formule – generaliste, per esempio, e centrate sull’àncora del supermercato – sono destinati all’insuccesso. Le nuove formule che stanno emergendo nei centri di nuova generazione vedono in piena espansione altri ambiti, e i centri esistenti si stanno trasformando. Da qualche anno sui “tavoli da disegno” dei progettisti (se così si può dire) passano prevalentemente ristrutturazioni e/o ampliamenti legati alla riduzione dei supermercati e alla conseguente estensione di Food Hall e aree di intrattenimento: il Food sta raggiungendo mediamente il 25/35% della superficie; il Leisure (cinematografi, FEC, bowling ecc.) intorno al 25/30%; sta crescendo sempre più la parte dei Servizi (postali, farmacie, ambulatori, dentisti e, in un vicino futuro, studi professionali e anche, molto prevedibilmente, luoghi di culto e così via); le aree destinate al puro shopping subiscono una conseguente flessione. L’ultimo Mapic di Cannes, in questo senso, è stato una cartina di tornasole: lo shopping non è più il dominatore.

Cosa significa? Che il “centro commerciale”, così come lo abbiamo conosciuto finora, non esiste più e si sta trasformando sempre più in esperienza (tanto che si potrebbe anche pensare di cambiarne la definizione): 

“I centri commerciali (che non vorrei chiamare più cosi in futuro, mi sembra un nome superato) o meglio i Life Style Centers possono essere le nuove piazze, capaci di rivitalizzare e cucire settori di città: luoghi belli, puliti e sicuri dove ci si incontra, si fanno esperienze e si decide di passare del tempo”. Così afferma Massimo Moretti, Presidente CNCC.

Sembra, quindi, che stia recuperando la dimensione del luogo (della vicinanza, della relazione, della qualità ‘atmosferica’ aldilà del puro acquisto), riducendo in questo modo quella distanza che lo ha separato, nell’immaginario comune, dalla città. 

“Alcune grandi città metropolitane (Londra su tutte) stanno riprogettando le proprie stazioni (ferroviarie e metropolitane), per aiutare il flusso dei pendolari-compratori che acquistano online ogni genere di bene durante il viaggio di andata, la mattina presto, e ritirano la merce prima del viaggio di ritorno, nel tardo pomeriggio. In questo caso, l'esperienza di acquisto si fonde con la mobilità e impone nuovi riferimenti: accessibilità, sostenibilità, personalizzazione estrema”
Così riporta Vilma Scarpino, che proseguendo su Milano dice: “A Milano sono sempre più numerosi i single che sfruttano l'efficienza dei servizi di consegna a domicilio, come Amazon Prime Now, che garantisce la delivery in un’ora (oppure in fasce orarie prestabilire) di tutto quello che si può acquistare in un supermercato. Sempre a Milano, CityLife conferma la necessità di integrare lo shopping con un’esperienza di acquisto che sfoci nel ludico (parco pubblico, ampia scelta di ristoranti) e nel culturale (multisala)”.

Integrando diversi livelli di esperienza, il centro commerciale (se così vogliamo continuare a chiamarlo) deve diventare un condensatore sociale che assomigli sempre di più alla città stessa, fino a coincidere con essa. Rispondendo così a un fenomeno complesso: declino del “puro shopping”, impatto del commercio elettronico, problemi di localizzazione e dei bacini di utenza, necessità di armonizzare interessi commerciali ed edilizi (ed altro ancora). Emerge un doppio movimento: i grandi contenitori (più o meno suburbani) diventano sempre più complessi a livello funzionale e sociale; i nuovi sistemi retail (urbani) diventano veri e propri “pezzi di città”, cercando la massima porosità e permeabilità con il tessuto urbano circostante; mentre in tutti i casi si lasciano attraversare da nuove forme di comportamento.

Come agire di fronte a questo nuovo scenario? È questa la domanda centrale che poniamo ai nostri ospiti: Vilma Scarpino e Massimo Moretti. Con loro cercheremo di indagare le nuove prospettive del Retail e del rapporto che riuscirà a costruire con la città nel prossimo futuro.

I relatori

Vilma Scarpino. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, è Amministratore delegato e socia di Doxa Spa, prima società a capitale italiano di ricerche di mercato per dimensioni e fatturato. Presidente e coordinatore delle società del Gruppo Doxa, DoxaPharma e Connexia, nel corso della sua esperienza in Doxa ha progettato, realizzato, coordinato e supervisionato indagini di carattere sociale per il settore pubblico (ricerche sociali) e privato (ricerche di mercato) a livello nazionale e internazionale, grandi indagini quantitative su campioni nazionali di elevate dimensioni, indagini di customer satisfaction. Ha tenuto lezioni presso le Università di Trento, di Urbino e Cattolica di Milano ed è autrice di articoli per riviste di settore sul tema dell’intercultura. È stata Presidente del network mondiale Win – The Worldwide Independent Network of Market Research e Past President di WIN/Gallup International Association (2016- 2017), è Membro del consiglio direttivo (dal 2006) e del comitato di qualità di Assirm (associazione di categoria) e Socio Esomar.

Massimo Moretti. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano nel 1994, con laurea firmata da Mario Monti, dal 1 luglio 2014 ricopre la carica di Presidente del CNCC – Consiglio Nazionale Centri Commerciali – e da dicembre 2017 lavora presso CDS Holding S.p.A., dove ricopre la carica di General Manager. In precedenza è stato per dieci anni Direttore Portafoglio Retail di Beni Stabili Siiq S.p.A., società nella quale ha fatto ingresso nel 2008. Fra le altre precedenti esperienze professionali ha ricoperto la funzione di Responsabile Asset Management Retail in Aedes ed ha avuto per dieci anni responsabilità di gestione, commercializzazione e sviluppo nella Direzione Immobiliare di Carrefour Italia.

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June 18, 2018
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