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Where is my office: quale destino per l'ufficio?

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Lavoro, forme organizzative e cambiamenti in atto
25/1/2021
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Si è tenuto il 21 gennaio 2021, negli spazi virtuali che ormai caratterizzano la nostra socialità allargata (ovvero una piattaforma digitale di meeting a distanza), l’evento “Where is my office?”, primo di un ciclo di incontri promosso da Lombardini22 con Six Ideas sulla cultura del workplace e sulle incognite del suo futuro più o meno immediato. O forse dovremmo dire del suo presente, dato che la situazione che stiamo vivendo sta alimentando una trasformazione degli uffici, ormai preannunciata da tempo.

“Dobbiamo porci le giuste domande per gestire questo momento di cambiamenti e di accelerazione di processi. Quali sono i risvolti sulle persone e sugli spazi? Cosa accade in termini di apprendimento e crescita professionale nella trasposizione delle interazioni da un livello fisico a quello digitale?”: così apre l’incontro Alessandro Adamo (Direttore DEGW e Partner Lombardini22).

Un evento nato in occasione dall’ultimo libro di Chris Kane (Six Ideas), "Where is My Office?" (Bloomsbury Publishing, London, 2020).

Con l’autore abbiamo affrontato il tema del lavoro, delle sue forme organizzative e delle conseguenze sul Real Estate che la pandemia sta producendo: o che sta amplificando, poiché molti dei suoi effetti dirompenti erano processi già sottotraccia che pare non aspettassero altro che un detonatore per deflagrare in tutta la loro portata.

From fixed to fluid

È questo, infatti, l’incipit con cui Chris Kane ha aperto il suo intervento: e non è questo passaggio “dal fisso al fluido” la metamorfosi che ci sta accompagnando da anni sotto la spinta evolutiva delle tecnologie ICT? Oggi quella fluidità ha subito un’accelerazione esponenziale e fulminea: stiamo sperimentando nuovi equilibri (o squilibri) tra vita privata e lavorativa che potrebbero diventare strutturali, e le aziende stanno collaudando nuove rimodulazioni nell’uso dei propri asset e nei rapporti con la forza lavoro.

Ne abbiamo parlato con un nutrito panel di attori di primo piano nel settore del Corporate Real Estate, e Kane ha inquadrato la situazione in cui ci muoviamo con una riflessione di lunga gittata sulle trasformazioni che il mondo del lavoro, e in particolare del cosiddetto knowledge working, ha attraversato negli ultimi decenni.

Alla luce dell’esperienza attuale, la domanda che ricorre è: quale destino per l’ufficio? Non morirà, certo, ma non sarà più lo stesso. Come progetteremo allora gli uffici futuri? Quali rapporti si svilupperanno con lo spazio domestico? Ma poi, ha ancora senso questa logica binaria?

Il Covid, attraverso l’esperienza di massa del WFH, ha imposto l’attenzione su un’opposizione tra spazio di lavoro e spazio domestico che è fuorviante. Gli effetti delle trasformazioni in atto investono primi, secondi e terzi spazi in un rimescolamento dei ruoli e delle funzioni che richiedono una lettura più articolata: non solo dello spazio ufficio del futuro, ma di tutti i complessi rapporti che i nuovi modi di lavorare e l’evoluzione dei modelli di business istituiscono con i diversi ambiti dello spazio urbano.

Omnichannel workplace

Abbiamo bisogno di un “Rinascimento” per il workplace, afferma Kane, e il Real Estate ha un ruolo fondamentale, a patto che superi l’inerzia dei suoi processi. Chris Kane suggerisce un parallelo con il settore Retail, che in risposta all’ascesa degli strumenti e del commercio digitali ha inventato l’omni-channel marketing.

Anche il workplace è destinato ad essere omni-channel: lavoriamo ovunque, in qualsiasi momento e con chiunque (sia esso una persona o un’intelligenza artificiale: per questo qualsiasi ipotesi che cerchi semplicemente il rapporto “lavoro in ufficio/lavoro da casa” non è una soluzione. È necessario superarne la logica binaria.

Dobbiamo capire meglio il contesto e navigare nel 21° secolo con una nuova mentalità. “One Size Fits All”, eredità novecentesca, non fornisce più risposte. L’ufficio del 21° secolo deve essere più attivo, dinamico e curato: più distribuito, desincronizzato nell’uso, fluido negli spazi e nei servizi, una nuova area di scelta onnipresente per immaginare in modo nuovo spazi, finanziamenti, design, sviluppo.

Una sfida che in Lombardini22 continueremo a affrontare con Six Ideas – afferma Franco Guidi (Ad e Partner Lombardini22) chiudendo il panel – una comunità internazionale impegnata ad affrontare i problemi complessi del mondo contemporaneo e dei continui cambiamenti dei modi in cui lavoriamo, impariamo e viviamo in generale”.

Siamo solo all’inizio.

DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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January 25, 2021

Where is my office: quale destino per l'ufficio?

Si è tenuto il 21 gennaio 2021, negli spazi virtuali che ormai caratterizzano la nostra socialità allargata (ovvero una piattaforma digitale di meeting a distanza), l’evento “Where is my office?”, primo di un ciclo di incontri promosso da Lombardini22 con Six Ideas sulla cultura del workplace e sulle incognite del suo futuro più o meno immediato. O forse dovremmo dire del suo presente, dato che la situazione che stiamo vivendo sta alimentando una trasformazione degli uffici, ormai preannunciata da tempo.

“Dobbiamo porci le giuste domande per gestire questo momento di cambiamenti e di accelerazione di processi. Quali sono i risvolti sulle persone e sugli spazi? Cosa accade in termini di apprendimento e crescita professionale nella trasposizione delle interazioni da un livello fisico a quello digitale?”: così apre l’incontro Alessandro Adamo (Direttore DEGW e Partner Lombardini22).

Un evento nato in occasione dall’ultimo libro di Chris Kane (Six Ideas), "Where is My Office?" (Bloomsbury Publishing, London, 2020).

Con l’autore abbiamo affrontato il tema del lavoro, delle sue forme organizzative e delle conseguenze sul Real Estate che la pandemia sta producendo: o che sta amplificando, poiché molti dei suoi effetti dirompenti erano processi già sottotraccia che pare non aspettassero altro che un detonatore per deflagrare in tutta la loro portata.

From fixed to fluid

È questo, infatti, l’incipit con cui Chris Kane ha aperto il suo intervento: e non è questo passaggio “dal fisso al fluido” la metamorfosi che ci sta accompagnando da anni sotto la spinta evolutiva delle tecnologie ICT? Oggi quella fluidità ha subito un’accelerazione esponenziale e fulminea: stiamo sperimentando nuovi equilibri (o squilibri) tra vita privata e lavorativa che potrebbero diventare strutturali, e le aziende stanno collaudando nuove rimodulazioni nell’uso dei propri asset e nei rapporti con la forza lavoro.

Ne abbiamo parlato con un nutrito panel di attori di primo piano nel settore del Corporate Real Estate, e Kane ha inquadrato la situazione in cui ci muoviamo con una riflessione di lunga gittata sulle trasformazioni che il mondo del lavoro, e in particolare del cosiddetto knowledge working, ha attraversato negli ultimi decenni.

Alla luce dell’esperienza attuale, la domanda che ricorre è: quale destino per l’ufficio? Non morirà, certo, ma non sarà più lo stesso. Come progetteremo allora gli uffici futuri? Quali rapporti si svilupperanno con lo spazio domestico? Ma poi, ha ancora senso questa logica binaria?

Il Covid, attraverso l’esperienza di massa del WFH, ha imposto l’attenzione su un’opposizione tra spazio di lavoro e spazio domestico che è fuorviante. Gli effetti delle trasformazioni in atto investono primi, secondi e terzi spazi in un rimescolamento dei ruoli e delle funzioni che richiedono una lettura più articolata: non solo dello spazio ufficio del futuro, ma di tutti i complessi rapporti che i nuovi modi di lavorare e l’evoluzione dei modelli di business istituiscono con i diversi ambiti dello spazio urbano.

Omnichannel workplace

Abbiamo bisogno di un “Rinascimento” per il workplace, afferma Kane, e il Real Estate ha un ruolo fondamentale, a patto che superi l’inerzia dei suoi processi. Chris Kane suggerisce un parallelo con il settore Retail, che in risposta all’ascesa degli strumenti e del commercio digitali ha inventato l’omni-channel marketing.

Anche il workplace è destinato ad essere omni-channel: lavoriamo ovunque, in qualsiasi momento e con chiunque (sia esso una persona o un’intelligenza artificiale: per questo qualsiasi ipotesi che cerchi semplicemente il rapporto “lavoro in ufficio/lavoro da casa” non è una soluzione. È necessario superarne la logica binaria.

Dobbiamo capire meglio il contesto e navigare nel 21° secolo con una nuova mentalità. “One Size Fits All”, eredità novecentesca, non fornisce più risposte. L’ufficio del 21° secolo deve essere più attivo, dinamico e curato: più distribuito, desincronizzato nell’uso, fluido negli spazi e nei servizi, una nuova area di scelta onnipresente per immaginare in modo nuovo spazi, finanziamenti, design, sviluppo.

Una sfida che in Lombardini22 continueremo a affrontare con Six Ideas – afferma Franco Guidi (Ad e Partner Lombardini22) chiudendo il panel – una comunità internazionale impegnata ad affrontare i problemi complessi del mondo contemporaneo e dei continui cambiamenti dei modi in cui lavoriamo, impariamo e viviamo in generale”.

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