L'invisibile che ci lega
Data Centers of the future are here
Come può lo studio del cervello umano guidare gli sviluppi urbanistici e il city-making? Perché percepiamo la presenza di qualcuno anche senza vederlo o toccarlo? E come mai chi vive in città sembra rispondere allo stress in modo più intenso rispetto a chi abita in un ambiente rurale?
Sono solo alcune delle domande a cui Federica Sanchez, Architetta e Ricercatrice in Neuroscienze di Lombardini22, ha risposto durante la puntata del podcast Città dedicata alle neuroscienze applicate all’architettura, confrontandosi con Paolo Bovio, Managing Editor di Will Media, e Stefano Daelli, Co-Founder di FROM.
Gli spazi ci parlano e influenzano profondamente il modo in cui abitiamo e viviamo in città. Le neuroscienze, unite all’architettura e all’urbanistica, ci consentono di comprendere l’impatto dell’urbanizzazione sulle attività cerebrali e sulla relazione tra spazio e benessere psicofisico. I risultati tendono a suggerire che la vita in città amplifica le risposte cerebrali agli eventi sociali che generano ansia, a dimostrazione dell'ipotesi secondo la quale l'affollamento gioca un ruolo chiave: vivere circondati da un numero elevato di estranei ci impone di adattare costantemente il nostro comportamento, generando un carico di stress continuo.
Dunque, se da un lato le metropoli offrono numerose opportunità, connessioni e stimoli in un contesto dinamico e multiculturale, dall’altro emerge come questi stessi stimoli possono influenzare profondamente il nostro benessere psicologico, rendendolo più vulnerabile agli effetti dello spazio urbano.
La scienza dello spazio, nota come prossemica, ci rivela quanto la distanza fisica tra le persone influenzi le nostre relazioni e il modo in cui percepiamo l’ambiente che ci circonda.
Pensiamo alle nostre interazioni quotidiane: percepiamo chi ci circonda non solo con gli occhi, ma anche con una sorta di "aura invisibile" che ci avvolge. Lo spazio peripersonale è la porzione di spazio che avvolge il nostro corpo, quella che potremmo definire la nostra “aurea”: è il motivo per cui il nostro cervello è in grado di registrare la presenza altrui anche senza un contatto fisico, visivo o tattile, diretto. Questo fenomeno si collega agli studi di Edward T. Hall, che nel saggio The Hidden Dimension ha definito la prossemica come la disciplina che analizza le distanze sociali accettabili in base ai rapporti interpersonali. Ad esempio, quando lavoriamo in team, se c'è cooperazione, le nostre "auree" tendono a fondersi, creando una connessione più forte.
“Dopotutto, non siamo che scimmie evolute che hanno lasciato la foresta per andare a vivere in città, ma continuiamo a replicare dinamiche ancestrali. Comprendere come lo spazio influisce sulla nostra empatia e sulle nostre relazioni potrebbe aiutarci a costruire ambienti più armoniosi e connessi.”
Quali nuove frontiere si stanno aprendo per le neuroscienze applicate all’architettura e all’urbanistica? Come queste scoperte possono guidare la sperimentazione e rendere le città di domani più vivibili e a misura d’uomo?
Ascolta la puntata del podcast per scoprirlo!
DI OGNUNO
Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.
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