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La Fabbrica dell’Aria

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Condividere intelligenza verde
18/5/2021
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La Fabbrica dellAria

Opening con Stefano Mancuso

Diretta streaming
Giovedì 27 maggio 2021 | ore 17:00

REGISTRATI

Condividere intelligenza verde

Il mondo vegetale ha una caratteristica fondamentale: non gerarchico, senza centri di comando, distribuito e adattivo, è l’unico tra i sistemi viventi capace di soluzioni efficaci e allo stesso tempo non predatorie verso il proprio ecosistema. Rispetto al mondo animale, e in particolare a quello umano, è portatore di una differenza organizzativa talmente radicale che è difficile coglierne appieno la portata, eppure indica un orizzonte con il quale è sempre più necessario confrontarsi.
Tale consapevolezza vede oggi in Stefano Mancuso, neurobiologo e professore ordinario presso l’Università di Firenze, un riferimento necessario, e nel Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) da lui diretto un polo di ricerca di eccellenza e uno straordinario centro di divulgazione.

Mancuso ci fa riflettere sulle piante e sulla loro “intelligenza” come un sistema da cui abbiamo molto da imparare: in termini di socialità, cooperazione, risoluzione di problemi.

È un modello da guardare come riferimento e, soprattutto, da considerare come il principale stakeholder del nostro agire: se non altro perché in termini di biomassa si stima che il mondo vegetale corrisponda ad almeno l’85% delle forme viventi sul nostro pianeta (contro un’esigua percentuale di regno animale). Con tali proporzioni potremmo definirlo, per così dire, una “quota di mercato” davvero enorme, imprescindibile e alla quale dobbiamo dare sempre più spazio.

Un incontro lungimirante

A questi temi Lombardini22 ha dato spazio fin dalla sua fondazione: poiché da sempre consapevoli dell’importanza della sostenibilità e qualità ambientale, della presenza del verde nel nostro habitat costruito, del benessere psicofisico e sociale che le piante generano.
Per questa ragione, già due anni fa abbiamo coinvolto Stefano Mancuso in occasione della prima edizione del nostro format culturale FORESIGHT 2019, invitandolo come relatore a condividere la sua visione con la nostra comunità di riferimento nel mondo del Real Estate. È stato un successo.


“L’incontro è stato davvero lungimirante – ricorda Lucia Matti, Lombardini22 – e la sua visione ha subito trovato terreno fertile: non solo, ha alimentato la nostra curiosità e voglia di approfondimento”.


L’interesse è dovuto all’indiscutibile attrazione teorica esercitata dalle tesi di Neurobiologia Vegetale, ma anche alle opportunità di trasferire i risultati di quelle idee e ricerche in applicazioni concrete per la vita quotidiana con progetti sperimentali di grande qualità estetica e funzionale. A questo scopo è stata fondata, da Mancuso stesso con le agronome e botaniche Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi ed Elisa Masi e gli architetti Antonio Girardi e Cristiana Favretto, la società Pnat, spin-off dell’Università di Firenze: un team multidisciplinare dedicato a tradurre le ricerche condotte all’interno del LINV in progetti tecnologici innovativi ispirati al modello vegetale. La Fabbrica dell’Aria è uno di questi progetti.

La Fabbrica dell’Aria di Lombardini22

Abbiamo subito visitato il primo prototipo, allora appena realizzato, presso la Manifattura Tabacchi di Firenze – grande complesso ex industriale, progettato da Pier Luigi Nervi, da qualche anno in rinascita come centro multifunzionale – e nella sua “semplicità” è stato una scoperta sorprendente. Ma è grazie alla volontà e determinazione di Elda Bianchi, CFO del Gruppo e la più “green” tra i partner Lombardini22 (non che gli altri non lo siano), che si è sprigionata la scintilla decisiva: dall’effetto meraviglia siamo passati a un più pragmatico processo di adozione.


“È un progetto talmente bello che il desiderio di averne uno nei nostri uffici è stato un riflesso immediato, anche perché è un modello scalabile e replicabile in altri contesti: si trattava solo di capire dove realizzare la nostra ‘fabbrica’. Ma le buone cose non vengono mai sole, e l’occasione è arrivata con l’ampliamento della nostra sede, un grande spazio dotato di un patio interno. La decisione è stata istantanea: la faremo, e la faremo qui!” -
Elda Bianchi, Lombardini22.


Ed è così che oggi, nei nuovi spazi in cui si sono trasferite le nostre Business Unit più direttamente legate alla sostenibilità energetica e alle qualità atmosferiche dell’ambiente – L22 Engineering & Sustainability, CAP DC, Atmos - ha trovato posto la Fabbrica dell’Aria di Lombardini22, e ha iniziato a respirare.

“Siamo molto contenti di essere il primo ufficio di grandi dimensioni a Milano ad avere una Fabbrica dell’Aria, un progetto che ci ha subito convinto. Siamo grati al Professor Mancuso per quello che ci ha trasmesso e orgogliosi di affiancarlo in un’innovazione che sentiamo e condividiamo molto” - Franco Guidi, Lombardini22.

Pura atmosfera indoor

Tra i macro-argomenti su cui lavora Pnat – agricoltura e “giungla” urbana, bonifica verde, qualità dell'aria – è naturalmente quest’ultimo che interessa la Fabbrica dell’Aria, in particolare l’aria indoor:


“L’inquinamento atmosferico nelle città è una delle maggiori cause di mortalità in Europa. Ciò che è meno noto, e quindi comunemente sentito, è che l’inquinamento indoor, all’interno degli edifici, è molto superiore rispetto a quello esterno, anche di due o tre volte” - Stefano Mancuso.


Ciò è dovuto a vari inquinanti aggiuntivi prodotti, per esempio, dall’uso di detergenti, dagli arredi, dai materiali edilizi, dalla stessa presenza umana. E questo è un fattore davvero rilevante: passiamo mediamente il 90% della nostra vita all’interno degli edifici, dunque l’inquinamento indoor è una questione cruciale per il nostro benessere.

“Mettere piante negli spazi interni può aiutare – prosegue Mancuso – ma per avere effetti apprezzabili ce ne vorrebbero tantissime. La Fabbrica dell’Aria risponde a questo problema: rende più efficiente il processo in uno spazio molto più concentrato”.

Come funziona?

Nella sede di Lombardini22, la Fabbrica dell’Aria è una serra a pianta rettangolare di circa 35 metri quadri composta di otto vasche aperte e due teche chiuse oltre a una rete di supporto per rampicanti che insieme formano un continuum vegetale su tre lati del perimetro.


La serra è dotata di un sistema di filtrazione botanica (Stomata™, brevettato da Pnat) che amplifica la naturale capacità delle piante di trattenere e degradare gli inquinanti, organici e inorganici, incorporandoli nella propria biomassa (trasformandoli cioè in nutrienti per le piante stesse). L’aria non è prelevata dall’esterno dell’edificio ma è un ricircolo di aria indoor: aspirata e forzata attraverso il letto di crescita delle piante (dove le radici sono già in grado di catturare composti volatili come la formaldeide), fatta fluire a contatto con le foglie e infine reimmessa purificata nell’ambiente stesso. Ciò garantisce anche un risparmio energetico ed economico rispetto ai costi di gestione e manutenzione tradizionali, non essendo l’aria riscaldata o raffreddata ma fornita, pura, alla temperatura di comfort.

“È come una sorta di economia circolare in cui gli inquinanti che noi produciamo diventano nutrimento per le piante, che a loro volta producono benefici di ritorno per noi” - Antonio Girardi, Pnat.


Mentre radici e foglie lavorano come filtri sempre efficienti, un sistema di sensori permette di misurare e restituire in tempo reale il miglioramento della qualità dell’aria in entrata e uscita, i cui valori sono visibili su uno schermo.
La selezione delle piante è accurata, con diverse altezze ma generalmente prediligendo quelle con un’ampia superficie fogliare poiché la capacità filtrante è ad essa proporzionale: abbiamo così piante alte come il Ficus, la Kentia, la Strelitzia Nicolai; piante medie come la Chamadorea e la Strelitzia Reginae; piante piccole come l’Aspidistra e il Filodendrum. Inoltre, su una rete di supporto crescono i rampicanti Cissus rotundifolia e Tetrastigma voinieranum.
Infine, l’illuminazione artificiale gioca un doppio ruolo: una luce bianca indiretta diffusa a servizio dello spazio architettonico, e una luce con lunghezze d’onda variabili a servizio della fisiologia delle piante, per accompagnare le fasi di fioritura e vegetativa con adeguate frequenze cromatiche.

Una “vetrina” site-specific per il Real Estate


Negli ultimi anni il tema di un nuovo rapporto con la natura sta saggiamente guadagnando il centro di molte agende pubbliche e non solo: giungle urbane, programmi di riforestazione metropolitana, visioni in cui la sostanza minerale del costruito si “diluisce” in masse, superfici e interstizi verdi. Sono tutti segnali di un sentire diffuso verso cui è inevitabile orientare tutta la nostra attenzione.


Oggi la Fabbrica dell’Aria porta quell’idea d’integrazione simbiotica indoor (e in questi tempi di periodici confinamenti forzati diventa una cosa davvero preziosa) e soprattutto in una veste nuova: non più decorativa, ma con un evoluto dispositivo tecnologico di depurazione dell’aria potenzialmente implementabile in ogni sviluppo immobiliare.

Per una società di progettazione come Lombardini22, strutturalmente coinvolta con il mondo del Real Estate, cogliere l’opportunità di adottare questo progetto straordinario, che si sta diffondendo, ha un forte significato anche dimostrativo nei confronti della nostra comunità di riferimento:


“Abbiamo sposato il progetto del Professor Mancuso perché è una soluzione innovativa che non ha nulla a che fare con il greenwashing ma contribuisce davvero, ed efficacemente, a garantire il benessere e la sostenibilità che ormai tutti i nostri clienti chiedono” -
Roberto Cereda, Lombardini22.


Con la Fabbrica dell’Aria di Lombardini22 vogliamo quindi rappresentare un modo nuovo, diverso, non convenzionale di intendere l’atmosfera non solo degli spazi di lavoro, ma anche dell’hospitality, del retail, dell’abitare e di tutti i settori in cui siamo attivi e possiamo in qualche modo incidere. È un luogo per noi e per i nostri uffici, ma anche un esempio, una “vetrina” site-specific a disposizione di tutti i players del settore immobiliare con i quali sentiamo la responsabilità di costruire concretamente una cultura della sostenibilità fondata su un benessere reale, e anche sulla bellezza!


Speriamo di convincere i nostri clienti a mettere nei loro uffici, centri commerciali, alberghi e anche – perché no? – in qualche data center, una Fabbrica dell’Aria che aiuti a vivere meglio” - Franco Guidi, Lombardini22.


DI OGNUNO

Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.

Scopri l'Universal Design nell'ospitalità

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Giovedì 27 maggio 2021 | ore 17:00

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Condividere intelligenza verde

Il mondo vegetale ha una caratteristica fondamentale: non gerarchico, senza centri di comando, distribuito e adattivo, è l’unico tra i sistemi viventi capace di soluzioni efficaci e allo stesso tempo non predatorie verso il proprio ecosistema. Rispetto al mondo animale, e in particolare a quello umano, è portatore di una differenza organizzativa talmente radicale che è difficile coglierne appieno la portata, eppure indica un orizzonte con il quale è sempre più necessario confrontarsi.
Tale consapevolezza vede oggi in Stefano Mancuso, neurobiologo e professore ordinario presso l’Università di Firenze, un riferimento necessario, e nel Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) da lui diretto un polo di ricerca di eccellenza e uno straordinario centro di divulgazione.

Mancuso ci fa riflettere sulle piante e sulla loro “intelligenza” come un sistema da cui abbiamo molto da imparare: in termini di socialità, cooperazione, risoluzione di problemi.

È un modello da guardare come riferimento e, soprattutto, da considerare come il principale stakeholder del nostro agire: se non altro perché in termini di biomassa si stima che il mondo vegetale corrisponda ad almeno l’85% delle forme viventi sul nostro pianeta (contro un’esigua percentuale di regno animale). Con tali proporzioni potremmo definirlo, per così dire, una “quota di mercato” davvero enorme, imprescindibile e alla quale dobbiamo dare sempre più spazio.

Un incontro lungimirante

A questi temi Lombardini22 ha dato spazio fin dalla sua fondazione: poiché da sempre consapevoli dell’importanza della sostenibilità e qualità ambientale, della presenza del verde nel nostro habitat costruito, del benessere psicofisico e sociale che le piante generano.
Per questa ragione, già due anni fa abbiamo coinvolto Stefano Mancuso in occasione della prima edizione del nostro format culturale FORESIGHT 2019, invitandolo come relatore a condividere la sua visione con la nostra comunità di riferimento nel mondo del Real Estate. È stato un successo.


“L’incontro è stato davvero lungimirante – ricorda Lucia Matti, Lombardini22 – e la sua visione ha subito trovato terreno fertile: non solo, ha alimentato la nostra curiosità e voglia di approfondimento”.


L’interesse è dovuto all’indiscutibile attrazione teorica esercitata dalle tesi di Neurobiologia Vegetale, ma anche alle opportunità di trasferire i risultati di quelle idee e ricerche in applicazioni concrete per la vita quotidiana con progetti sperimentali di grande qualità estetica e funzionale. A questo scopo è stata fondata, da Mancuso stesso con le agronome e botaniche Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi ed Elisa Masi e gli architetti Antonio Girardi e Cristiana Favretto, la società Pnat, spin-off dell’Università di Firenze: un team multidisciplinare dedicato a tradurre le ricerche condotte all’interno del LINV in progetti tecnologici innovativi ispirati al modello vegetale. La Fabbrica dell’Aria è uno di questi progetti.

La Fabbrica dell’Aria di Lombardini22

Abbiamo subito visitato il primo prototipo, allora appena realizzato, presso la Manifattura Tabacchi di Firenze – grande complesso ex industriale, progettato da Pier Luigi Nervi, da qualche anno in rinascita come centro multifunzionale – e nella sua “semplicità” è stato una scoperta sorprendente. Ma è grazie alla volontà e determinazione di Elda Bianchi, CFO del Gruppo e la più “green” tra i partner Lombardini22 (non che gli altri non lo siano), che si è sprigionata la scintilla decisiva: dall’effetto meraviglia siamo passati a un più pragmatico processo di adozione.


“È un progetto talmente bello che il desiderio di averne uno nei nostri uffici è stato un riflesso immediato, anche perché è un modello scalabile e replicabile in altri contesti: si trattava solo di capire dove realizzare la nostra ‘fabbrica’. Ma le buone cose non vengono mai sole, e l’occasione è arrivata con l’ampliamento della nostra sede, un grande spazio dotato di un patio interno. La decisione è stata istantanea: la faremo, e la faremo qui!” -
Elda Bianchi, Lombardini22.


Ed è così che oggi, nei nuovi spazi in cui si sono trasferite le nostre Business Unit più direttamente legate alla sostenibilità energetica e alle qualità atmosferiche dell’ambiente – L22 Engineering & Sustainability, CAP DC, Atmos - ha trovato posto la Fabbrica dell’Aria di Lombardini22, e ha iniziato a respirare.

“Siamo molto contenti di essere il primo ufficio di grandi dimensioni a Milano ad avere una Fabbrica dell’Aria, un progetto che ci ha subito convinto. Siamo grati al Professor Mancuso per quello che ci ha trasmesso e orgogliosi di affiancarlo in un’innovazione che sentiamo e condividiamo molto” - Franco Guidi, Lombardini22.

Pura atmosfera indoor

Tra i macro-argomenti su cui lavora Pnat – agricoltura e “giungla” urbana, bonifica verde, qualità dell'aria – è naturalmente quest’ultimo che interessa la Fabbrica dell’Aria, in particolare l’aria indoor:


“L’inquinamento atmosferico nelle città è una delle maggiori cause di mortalità in Europa. Ciò che è meno noto, e quindi comunemente sentito, è che l’inquinamento indoor, all’interno degli edifici, è molto superiore rispetto a quello esterno, anche di due o tre volte” - Stefano Mancuso.


Ciò è dovuto a vari inquinanti aggiuntivi prodotti, per esempio, dall’uso di detergenti, dagli arredi, dai materiali edilizi, dalla stessa presenza umana. E questo è un fattore davvero rilevante: passiamo mediamente il 90% della nostra vita all’interno degli edifici, dunque l’inquinamento indoor è una questione cruciale per il nostro benessere.

“Mettere piante negli spazi interni può aiutare – prosegue Mancuso – ma per avere effetti apprezzabili ce ne vorrebbero tantissime. La Fabbrica dell’Aria risponde a questo problema: rende più efficiente il processo in uno spazio molto più concentrato”.

Come funziona?

Nella sede di Lombardini22, la Fabbrica dell’Aria è una serra a pianta rettangolare di circa 35 metri quadri composta di otto vasche aperte e due teche chiuse oltre a una rete di supporto per rampicanti che insieme formano un continuum vegetale su tre lati del perimetro.


La serra è dotata di un sistema di filtrazione botanica (Stomata™, brevettato da Pnat) che amplifica la naturale capacità delle piante di trattenere e degradare gli inquinanti, organici e inorganici, incorporandoli nella propria biomassa (trasformandoli cioè in nutrienti per le piante stesse). L’aria non è prelevata dall’esterno dell’edificio ma è un ricircolo di aria indoor: aspirata e forzata attraverso il letto di crescita delle piante (dove le radici sono già in grado di catturare composti volatili come la formaldeide), fatta fluire a contatto con le foglie e infine reimmessa purificata nell’ambiente stesso. Ciò garantisce anche un risparmio energetico ed economico rispetto ai costi di gestione e manutenzione tradizionali, non essendo l’aria riscaldata o raffreddata ma fornita, pura, alla temperatura di comfort.

“È come una sorta di economia circolare in cui gli inquinanti che noi produciamo diventano nutrimento per le piante, che a loro volta producono benefici di ritorno per noi” - Antonio Girardi, Pnat.


Mentre radici e foglie lavorano come filtri sempre efficienti, un sistema di sensori permette di misurare e restituire in tempo reale il miglioramento della qualità dell’aria in entrata e uscita, i cui valori sono visibili su uno schermo.
La selezione delle piante è accurata, con diverse altezze ma generalmente prediligendo quelle con un’ampia superficie fogliare poiché la capacità filtrante è ad essa proporzionale: abbiamo così piante alte come il Ficus, la Kentia, la Strelitzia Nicolai; piante medie come la Chamadorea e la Strelitzia Reginae; piante piccole come l’Aspidistra e il Filodendrum. Inoltre, su una rete di supporto crescono i rampicanti Cissus rotundifolia e Tetrastigma voinieranum.
Infine, l’illuminazione artificiale gioca un doppio ruolo: una luce bianca indiretta diffusa a servizio dello spazio architettonico, e una luce con lunghezze d’onda variabili a servizio della fisiologia delle piante, per accompagnare le fasi di fioritura e vegetativa con adeguate frequenze cromatiche.

Una “vetrina” site-specific per il Real Estate


Negli ultimi anni il tema di un nuovo rapporto con la natura sta saggiamente guadagnando il centro di molte agende pubbliche e non solo: giungle urbane, programmi di riforestazione metropolitana, visioni in cui la sostanza minerale del costruito si “diluisce” in masse, superfici e interstizi verdi. Sono tutti segnali di un sentire diffuso verso cui è inevitabile orientare tutta la nostra attenzione.


Oggi la Fabbrica dell’Aria porta quell’idea d’integrazione simbiotica indoor (e in questi tempi di periodici confinamenti forzati diventa una cosa davvero preziosa) e soprattutto in una veste nuova: non più decorativa, ma con un evoluto dispositivo tecnologico di depurazione dell’aria potenzialmente implementabile in ogni sviluppo immobiliare.

Per una società di progettazione come Lombardini22, strutturalmente coinvolta con il mondo del Real Estate, cogliere l’opportunità di adottare questo progetto straordinario, che si sta diffondendo, ha un forte significato anche dimostrativo nei confronti della nostra comunità di riferimento:


“Abbiamo sposato il progetto del Professor Mancuso perché è una soluzione innovativa che non ha nulla a che fare con il greenwashing ma contribuisce davvero, ed efficacemente, a garantire il benessere e la sostenibilità che ormai tutti i nostri clienti chiedono” -
Roberto Cereda, Lombardini22.


Con la Fabbrica dell’Aria di Lombardini22 vogliamo quindi rappresentare un modo nuovo, diverso, non convenzionale di intendere l’atmosfera non solo degli spazi di lavoro, ma anche dell’hospitality, del retail, dell’abitare e di tutti i settori in cui siamo attivi e possiamo in qualche modo incidere. È un luogo per noi e per i nostri uffici, ma anche un esempio, una “vetrina” site-specific a disposizione di tutti i players del settore immobiliare con i quali sentiamo la responsabilità di costruire concretamente una cultura della sostenibilità fondata su un benessere reale, e anche sulla bellezza!


Speriamo di convincere i nostri clienti a mettere nei loro uffici, centri commerciali, alberghi e anche – perché no? – in qualche data center, una Fabbrica dell’Aria che aiuti a vivere meglio” - Franco Guidi, Lombardini22.


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