Il corso ha visto la partecipazione di tutte le business unit per un totale di 26 progettisti e ha trattato i temi di inclusione lavorativa, accessibilità e fruibilità, disabilità visiva, uditiva, intellettiva e motoria.
Un punto di inizio fondamentale per progettare sempre meglio, sempre più “per ognuno”.
Lo sviluppo del design inclusivo, per tutti,“for all”, è curato all’interno di Atmos, la business unit di Lombardini22 che si occupa dei domini del comfort attraverso le qualità fisiche dello spazio:una mission che è anch’essa per natura trasversale, e che in questa nuova prospettiva aggiunge al suo core – il benessere ambientale – tutta la ricchezza di sfumature delle diversità e singolarità sociali.
Abbiamo chiesto due domande a CristianCatania, referente per la progettazione inclusiva in Atmos:
Che cosa significa Design for All?
Una definizione efficace di EIDD Design forAll Europe è “design per la diversità umana”. È un termine ampio che va oltre l’idea di una progettazione orientata ai bisogni delle disabilità, che in realtà è solo una delle sfide, peraltro molto complessa e sfaccettata.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità non esistono persone disabili in sé, ma ambienti disabilitanti, e questi riguardano ognuno di noi.
Inoltre, se pensiamo alle tre macro aree che distinguono le disabilità – permanente, temporanea e situazionale (quella che patisce, per esempio, chi accompagna un figlio piccolo con il passeggino) – è chiaro che siamo tutti potenzialmente coinvolti a diversi livelli. Allora la domanda è: quanto l’ambiente che viviamo ogni giorno ci permette di interagire in modo non discriminante? Si tratta quindi di design relazionale in senso lato, il che richiede una visione ampia: qui dobbiamo inserirci con il nostro ruolo di progettisti e la nostra responsabilità.
Abbracciare esplicitamente l’approccio progettuale dell’inclusività che cosa comporta?
Intanto una sostanziale innovazione di processo. Per competenze interne, e anche per sensibilità professionali, abbiamo sempre agito in modo attento alle diversità, senza saperlo: oggi mettiamo a sistema queste pratiche e le integriamo in tutti i nostri servizi di consulenza e progettazione. È un layer trasversale.
Comporta inoltre una consapevolezza, un’attenzione particolare al tema. Ciò implica un’analisi sistematica di ciò che già facciamo e, di qui, una ricerca costante di nuovi tasselli e azioni propositive da aggiungere per migliorare: cioè per offrire soluzioni che vadano oltre le prescrizioni normative e abbraccino non solo i bisogni strumentali degli utenti ma le loro ambizioni e aspirazioni.
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