L’abbiamo misurata, ed eccola qui.
L’energia che usiamo non è niente male, ma come tutto quanto ha un impatto.
Abbiamo scoperto che siamo prevalentemente elettrici, e che le emissioni dei primi due cerchi analizzati - i famosi Scope 1 e 2 di Lombardini22 - derivano principalmente dall’energia elettrica che acquistiamo per fare di tutto un po’: scaldarci, raffrescarci, far andare i server o tenere accese le luci.
Il totale per i primi due settori è 188,8 tonnellate di CO2-equivalente all’anno, e probabilmente non vi dirà molto.
Va suddiviso in Scope 1 (19,3 ton CO2) - le emissioni che derivano dalle poche caldaie a gas ancora attive al piano di sopra di Lombardini22 - e Scope 2 (169,5 ton CO2), ossia l’energia elettrica acquistata da fuori, la parte principale.
C’è un aspetto positivo: avere la generazione di energia principalmente da pompe di calore elettriche permette di evitare una grossa fetta di combustione di gas, che è un combustibile fossile e di cui dobbiamo liberarci il prima possibile.
Alcune nazioni addirittura vieteranno dall’anno prossimo l’installazione di caldaie a gas. Puoi approfondire e il come si calcolano le emissioni nella terza puntata del podcast impact che spiega, con calma, questi numeri.
Per esempio: sono tante? sono poche? Come si fa a ridurle?
Le strategie sono almeno tre:
- riduzione del fabbisogno di energia primaria
- generazione di energia pulita
- alimentazione da rinnovabili.
Anche qui, tutto vi sarà cristallino appena avrete ascoltato i 10 minuti di podcast, promesso.
Si, è utile per “progettare ESG” ma soprattutto affinché ognuno di noi possa in primis avere un impatto positivo nella sfida alla crisi climatica.
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