Nello sviluppo delle nostre attività quotidiane, come l’attività di apprendere per l’appunto, l’ambiente può essere un importante supporto. Il nostro comportamento è influenzato da tre fattori: la nostra memoria, le persone intorno a noi e dall’ambiente che avvolge i nostri corpi. Un eccesso di surfing digitale, che facciamo sempre di più a scapito dell’immersione profonda, riduce la nostra capacità immaginativa.
Quando entriamo in contatto con un ambiente riusciamo in pochi millisecondi a sviluppare una sensazione. Entrati in contatto, il nostro sistema sensoriale rileva subito l’atmosfera prodotta da quell’ambiente, raccoglie i segnali su tutti i canali e li integra. La percezione dello spazio produce un cambiamento nel nostro corpo: per questa ragione il nostro cervello, che con il corpo è un unico organismo, lo rileva.
Ad esempio, sappiamo bene quanto sia importante l’uso della luce naturale, la presenza di una dimensione dinamica dello spazio, un sistema di orientamento chiaro, la presenza esterna ed interna di elementi vegetali, un’equilibrata complessità del nostro intorno. Sono state condotte delle ricerche su come il colore agisca sulla nostra fisiologia e sull’importanza di un uso consapevole dei materiali. La geometria - curva o angolare - produce diverse reazioni, mentre la topologia, il suono e gli odori completano l’orchestra. Su questi fili distinti dell’intreccio sensoriale si sono svolti studi, da ormai alcuni decenni, ma esistono degli schemi coerenti da seguire per intrecciare questi fili in modo che le atmosfere che ne derivano entrino in sintonia con le nostre attività ed esperienze? Oggi sappiamo che la risposta è si.
Questo è possibile prima di tutto perché il nostro rapporto con il luogo che ci avvolge non è unidirezionale. Non siamo una carta assorbente di segnali che arrivano da fuori. Anzi, quella sensazione - che percepiamo all’incontro con un’ambiente - deriva dal fatto che per ogni attività ed esperienza entriamo in un luogo con un desiderio, con un’attesa e con un’emozione di fondo che custodiamo. Non entriamo mai spogli, in altre parole [...].
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